Politica
23 Agosto 2019
Il consigliere comunale critica la proposta di Malaguti (Fdi): “Aspetti negativi. Pensiamo, invece, a come creare cultura sul pre e post adozione”

Bertolasi (Pd): “No alla ‘black-list’ di chi rinuncia al proprio cane”

di Redazione | 3 min

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Davide Bertolasi

Cultura dell’adozione anziché una black-list che potrebbe generare comportamenti ancora più nocivi di quelli che si vuole combattere. È in sostanza questa la controproposta di Davide Bertolasi, consigliere comunale del Pd, alla proposta di Mauro Malaguti di Fdi sull’istituzione di un registro delle persone che rinunciano al proprio cane.

“Leggo con un po’ di preoccupazione le dichiarazioni di Malaguti di Fratelli d’Italia, sull’istituzione di una ‘black-list’ regionale di chi rinuncia al proprio cane, affidandolo ad un canile, che impedirebbe o limiterebbe fortemente la futura adozione di un altro cane – scrive Bertolasi in una nota -. Innanzitutto, in Emilia-Romagna esiste una Legge Regionale (la 27/2000) che all’art. 12 prevede ‘casi di rinuncia di proprietà – ed è una delle poche regioni in Italia che lo ha previsto – e già stabilisce che se la richiesta ‘dovesse risultare ripetitiva e non supportata da inderogabili necessità, l’Autorità competente emetterà motivato provvedimento che vieti la detenzione di cani e gatti all’interessato’. Inoltre – rileva Bertolasi – non è sempre corretto pensare che una persona ceda il proprio cane a cuor leggero e senza prima aver svolto una profonda meditazione. Spesso, invece, la cessione del proprio amico a quattro zampe avviene con una motivazione fondata e, a volte, condivisibile”.

Il riferimento esplicito è “alle persone anziane che si trovano in momentaneo o permanente disagio (derivante da un ricovero ospedaliero, una patologia o quant’altro) che spesso hanno il loro animale come unica fonte di compagnia, perché sole e senza famigliari vicini e che magari se hanno la fortuna di rimettersi in salute, si vedrebbero private della possibilità di avere un altro cane.”, ma anche a chi ha dei “cani con problemi comportamentali non risolvibili e che creano pericolo per loro e per la loro famiglia, oppure persone che sono costrette a cambiare città, senza le condizioni per tenere più il loro animale. Magari, come sovente accade, italianissimi”.

“Altro aspetto fortemente negativo di questa ‘black-list’ è che non può riguardare lo scambio di animali tra privati con la conseguente (e pericolosa) disincentivazione ad adottare dal canile, in favore, appunto, di uno scambio o acquisto tra privati”, osserva Bertoalsi che si dice preoccupato anche dal  “possibile aumento degli abbandoni di quegli sciagurati che per non rischiare di finire in questa ‘black-list’ non portano più il loro cane al canile, ma lo lasciano legato di un’area di sosta autostradale. Gli strumenti normativi già ci sono, almeno in Emilia-Romagna, e i rischi che vengono ipotizzati da Malaguti paiono di piccola entità: il Comune di Ferrara e il Servizio Veterinario dell’Ausl da sempre valutano con serietà e competenza le richieste che pervengono. Pensiamo, invece, a come creare cultura sul pre e post adozione – conclude il consigliere comunale -: ciò che comporta nel breve e lungo periodo avere un animale da accudire per tutta la durata della sua vita, in modo da avere sempre di più cittadini informati e consapevoli. Poi, purtroppo come spesso accade nella vita, gli imprevisti possono esserci”.

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