Politica
6 Maggio 2024
Fiorentini, Poli, Atik e Ludergnani sostengono la lista dell’avvocato. "È una città mangia e bevi, mentre le altre produzioni culturali sono lasciate da parte”

Fiorentini con Anselmo: “Ferrara deve tornare ad essere città di arte e cultura”

di Redazione | 3 min

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Coalizione Civica è al fianco di Anselmo nella corsa elettorale. All’Empatia Canapa Bar, nel tardo pomeriggio di domenica, i candidati Leonardo Fiorentini e Arianna Poli hanno dialogato esponendo al pubblico le motivazioni che li hanno spinti a sostenere come la lista di Anselmo.

“Continua l’esperienza partecipativa iniziata nel 2019 a sostegno di Roberta Fusari, e oggi abbiamo la disponibilità di Fabio Anselmo a ospitare i nostri candidati in lista: io, Arianna Poli, Adam Atik e Gaia Ludergnani”, introduce così la serata Leonardo Fiorentini. “È necessario portare in Consiglio comunale, in cui si è abbassato il livello del dibattito democratico, persone che abbiano esperienza di amministrazione, ma anche giovani con nuove visioni”.

“C’è una netta divaricazione tra l’amico Alan e il sindaco Fabbri: uno riempie la città di manifesti, l’altro fa le stesse cose che ha fatto a Bondeno. Ad esempio, manca la trasparenza: l’ufficio statistico è chiuso dal 2019, abbiamo perso tremila residenti, c’è crisi demografica e imprenditoriale. Le persone devono conoscere i fatti. I dati del turismo sono imbarazzanti, Palazzo dei Diamanti da luogo produzione culturale è diventato un mostrificio che compra mostre e le rivende ai ferraresi; e quando fa produzioni originali come Funi i risultati sono imbarazzanti con meno di ventimila visitatori. La città ha perso l’idea di arte e cultura”.

Continua la candidata Arianna Poli: “Si è fatta cultura senza produrla, senza fondamenta per portarla avanti: prendere cose dall’esterno e declinarle in un contesto non proprio. Mostre già fatte da altre parti, e così i concerti e i tour: questo è dispendio di soldi pubblici, con buchi nel bilancio. Ferrara era una città d’arte a livello nazionale: e non si fa cultura così”.

“È stata più volte citata Ferrara come città della cultura”, prosegue Fiorentini. “Mentre la piazza è piena di concerti, non si costruisce una cultura. Tra poco saremo anche senza cinema. Non si trova posto per centro formazione per gli adulti, sia stranieri (forse è uno dei motivi), sia italiani. È una città mangia e bevi, mentre le altre produzioni culturali sono lasciate da parte”.

E poi Poli: “Gli spazi pubblici sono occupati, e non ci può aggregare, e conosciamo il caso del centro sociale La Resistenza. Cos’è la cittadinanza se non può trovarsi per discutere della propria città? E molti se ne vanno, perché Ferrara forse non è più attrattiva”.

“Nel tentativo riuscito di diventare grande, l’Università ha di fatto aperto le porte senza avere all’interno stanze per ospitare la didattica e gli studenti, creando un problema serio per gli affitti. E questi studenti non restano a Ferrara, questo è il dato importante: una volta non era così”, sostiene Fiorentini. “Un altro dato di fatto: rimane molto da fare, come dice la propaganda avversaria. I cantieri di trasformazione della città sono tutti progetti che vengono dall’amministrazione precedente. Questa amministrazione, invece, non ha progettato nulla, se non Piazza Cortevecchia, sulla quale ognuno può avere il suo parere: io mi ricordo solo i like sui social per il progetto. Questo non è fare partecipazione, la giunta non sta vicina al cittadino. La partecipazione non è verticale ma orizzontale, sempre E poi questa amministrazione ha spesso deriso i dipendenti comunali”.

Non servono cancelli o Cpr”, specifica Poli”, ma porte che si aprano e rimangano aperte. La città non è pronta ad accogliere le persone, spostando l’attenzione senza risolvere i problemi e i bisogni delle persone”

Conclude, infine, Fiorentini: “Il problema è stato spostato da un luogo all’altro, emarginando ulteriormente le persone. L’amministrazione si è dimostrata discriminatoria nell’accoglienza di studenti e di persone da altri Paesi, lo dicono i tribunali. Hanno fatto quello che volevano: buoni pasto, regolamento della casa, e, l’ultima, i fondi covid. Va riportata la dignità nei consessi istituzionali”.

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