Attualità
29 Gennaio 2019
Maria Chiara Ronchi (Federagit) difende il "marchio di fabbrica" di Ferrara Arte: "Squadra formidabile, ripensiamo alle potenzialità degli spazi"

Diamanti. La presidente delle guide turistiche: “Modello da seguire”

di Redazione | 3 min

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La fiducia che si è instaurata tra Ferrara Arte e la città è consolidata e non basterà la polemica di Sgarbi per spezzare un rapporto culturale che funziona e dà lustro al nostro sistema museale.

È questa, in sintesi, la presa di posizione di Maria Chiara Ronchi, presidente Federagit Confesercenti Ferrara, che dopo la tavola rotonda in municipio ha deciso di prendere le difese di Ferrara Arte, e non solo perché “i termini assunti dalla questione Diamanti dispiacciono e sottraggono tempo e preziose energie inutilmente”.

È proprio il modello che, a detta della Ronchi, non va messo sotto attacco. Perché “le mostre di Ferrara Arte, oltre all’alto profilo culturale e scientifico, almeno questo indiscusso, sono riconosciute come un esempio da seguire, una firma a garanzia della qualità della ricerca e insieme di una divulgazione efficace”.

Ed è qui che entra in gioco una “fiducia diffusa, instaurata negli anni tra gli operatori di Ferrara Arte, davvero pochi per quello che sono chiamati a fare ma tenaci per competenza, dedizione e volontà di riuscita, e la città – riporta la presidente Federagit – perché si è imparato a coltivare insieme sempre maggiori dettagli per condividere ogni mostra e fruirne al meglio anche in termini economici“.

Tanto che Ronchi parla di un vero e proprio “metodo collaudato di ideazione e approfondimento originale, autentico, generatore di alte relazioni nazionali e internazionali” in modo da “tenersi alla larga dal ‘mostrificio’ fine a se stesso, dannoso esercizio di edonismo e, per fortuna, sempre meno apprezzato perché le mode cambiano”.

Una “parte misteriosa per i non addetti ai lavori” ma che sfocia nelle esposizioni, “un appuntamento gradito e insostituibile che non prosciuga il territorio ma accresce conoscenza: se non c’è la mostra ai Diamanti ci si sente come ‘orfani’ di un momento prezioso che scandisce molti altri aspetti del nostro vivere civile e della nostra economia per esempio quella turistica”.

Lo sa bene la presidente della Federazione Italiana Guide Turistiche che battezza il “marchio di fabbrica” di Ferrara Arte all’insegna del “coinvolgimento, educazione al valore di ciò che è pubblico, approccio più corale che individualistico e volontà di valorizzare le persone conferendo responsabilità ad ognuno per la propria parte, generando fiducia reciproca e soprattutto appartenenza senza competizione”.

Una “squadra formidabile” – composta da curatori, operatori per le informazioni e prenotazioni, custodi di sala, addetti alla biglietteria e al bookshop, addetti tecnici, guide turistiche, operatori della didattica museale… – che “si rivolge compatta ai fruitori e a quanti del tessuto economico ferrarese (alberghi, ristoranti, guide turistiche, bar, negozi) possano contribuire a una visita e a un soggiorno attenti e cordiali perché l’ospitalità si traduca in un’esperienza positiva, divertente, da comunicare e ripetere”.

Ronchi sottolinea “l’attenzione alle scuole e alle guide turistiche che non si riscontra in molte altre regioni italiane” ma soprattutto la “fidelizzazione alle mostre dei Diamanti che generano unanime apprezzamento“. Una “reputazione così alta” che non dovrebbe mettere in dubbio il ruolo di Ferrara Arte che ora “dovrà ripensare parte del progetto per avere supporti logistici e spazi rispondenti alle potenzialità, che stiamo lasciando inespresse, di una maggiore fruizione”.

“I Diamanti possono proseguire intanto l’attività e la richiesta è quella di studiare e diffondere al più presto la programmazione delle prossime mostre, così preziosa per continuare a lavorare assieme anche alle categorie economiche interessate – ricorda la presidente Federagit -. E che cos’è quanto ho cercato di dire se non un qualcosa di sommamente interessante per la nostra città? Tutta la questione, quella delle scelte culturali, dei tempi e degli investimenti relativi resta dunque, che lo si voglia o no, di grande rilevanza politica”.

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