Attualità
25 Gennaio 2019
Tavolo tra amministrazione e associazioni di categoria. Il sindaco: "Aggressione mette in dubbio la credibilità". Confesercenti: "Fare processi ai professionisti è un film dell'orrore"

Diamanti. Tagliani: “Polemica rischia di diventare letale per Ferrara Arte”

di Elisa Fornasini | 4 min

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“Vi abbiamo convinto?”. L’amministrazione ammicca alle associazioni di categoria, invitate a un tavolo di confronto per ricevere almeno il loro incoraggiamento – giunto all’unanimità – sul progetto di restauro e riqualificazione di palazzo dei Diamanti e per dare supporto a Ferrara Arte nel momento più critico dalla sua fondazione nel 1990.

Sul piatto non pesa solo la polemica sul progetto – illustrato nei minimi dettagli con testi, foto, planimetrie, rendering e un plastico in scala 1:200 in una mostra all’ingresso del municipio – ma l’intera messa in discussione del sistema museale della città.

Mentre la responsabile dei Beni Monumentali Natascia Frasson racconta gli imminenti lavori sugli spazi esistenti – che porteranno alla creazione di sala didattica, bookshop e caffetteria con affaccio sul dehor, lasciando in stand-by il cuore del concorso che era appunto il padiglione di collegamento tra le due ali del palazzo rossettiano, sostituibile alla passerella ma bocciato dalla Soprintendenza – la giunta si dimostra preoccupata sulla stessa tenuta di Ferrara Arte.

“Dietro a questa forte polemica mediatica ci sono temi politici legati alla campagna elettorale, il diniego alla terza proroga della collezione Cavallini Sgarbi e il ruolo di Ferrara Arte” assicura il sindaco Tiziano Tagliani che ha deciso di incontrare le categorie economiche per avere le “spalle coperte” in una “città silente” verso una vicenda che “rischia di diventare letale per Ferrara Arte“.

Il problema non sembra essere tanto Vittorio Sgarbi ma l’architetto Andrea Malacarne, presidente di Italia Nostra, che considera un “errore all’origine fare le grandi mostre al Diamanti che ha ambienti inadatti”.

“Ma il Diamanti ha una sua credibilità nel mondo, è come spostare le mostre dal Louvre” commenta il primo cittadino che non trova altre alternative credibili per ragioni strutturali ed economiche: “Palazzo Bevilacqua è di proprietà dello Stato e sede della polizia, non è fattibile trasformare una caserma in un museo, mentre palazzo Prosperi non ha le dimensioni adatte per accogliere 100mila visitatori”.

“Ho notato con terrore che si intende rottamare la macchina e il pilota – prosegue Tagliani -: l’aggressione a Ferrara Arte come strumento organizzativo ne demolisce le qualità professionali e mette in discussione la credibilità internazionale raggiunta col brand del Diamanti che ci consente di ottenere prestiti gratuiti da musei di tutto il mondo”. Insomma, la direttrice Maria Luisa Pacelli sembra camminare sul filo del rasoio.

Anche secondo il vicesindaco Massimo Maistosi è presa una china pericolosa: o si difende Ferrara  Arte come modello che funziona, al pari degli asili nido e delle biblioteche, o scordiamoci numeri record del turismo”.

Cna, Ascom, Federalberghi, Confesercenti e Confartigianato ascoltano e prendono la parola dopo più di un’ora. “Se si mette in dubbio il Diamanti perde la città, è diventato un brand forte dal punto di vista artistico e meno dal punto di vista turistico, ma la vera debolezza della città è quella di essere sconfitta da una sola persona” interviene il presidente di Cna Riccardo Cavicchi, che chiede di “garantire la continuità, togliere i temi da campagna elettorale, trovare una soluzione alternativa al padiglione e, magari, di essere convocati prima la prossima volta per valutare l’impatto economico”.

Segue a ruota il direttore di Ascom Davide Urban, “preoccupato dell’interruzione delle mostre in occasione del cantiere che avrà una ricaduta negativa sulle attività economiche“, che anche se trova “difficile scorporare il tema dalle strumentalizzazioni”, sollecita una “comunicazione più efficace delle mostre”.

Una “soluzione per evitare una battuta di arresto” viene richiesta da Zeno Govoni, presidente di Federalberghi, secondo cui “Ferrara Arte andrà avanti comunque perché non ha colore politico“. Una constatazione che fa inviperire Maisto perché invece di “attacchi politici se ne sono letti tanti e voi siete rimasti in silenzio, potevate intervenire prime”.

Scintille che non intaccano il direttore di Confesercenti Alessandro Osti e il segretario di Confartigianato Giuseppe Vancini ma Chiara Ronchi, presidente di Federagit Confesercenti, che si lancia in uno sfogo appassionato: “Nessuno che viene a visitare Ferrara si sarebbe sognato di impostare questo film dell’orrore che ha le sembianze della realtà. Questa strumentalizzazione elettorale molto violenta non si fa scrupolo di fare processi ai professionisti. Bisogna indignarsi, Diamanti e Ferrara Arte non si devono fermare, ma magari creare un comitato tra assessorati e forze economiche per una futura programmazione culturale collegata ai lavori pubblici”.

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