Attualità
24 Gennaio 2019
Monito del presidente della comunità ebraica di Ferrara Andrea Pesaro: "Questi fatti non irripetibili"

Alla caserma Bevilacqua il ricordo della Shoah: “Torna l’antisemitismo, non rimaniamo indifferenti”

di Redazione | 3 min

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La Polizia e gli studenti si sono preparati alla ricorrenza del giorno della memoria, il 27 gennaio, con una cerimonia mercoledì mattina che ha visto la deposizione di un corona di fiori al cippo della caserma Bevilacqua in corso Ercole I d’Este dedicata agli ebrei reclusi nella struttura nel 1944 e la presentazione di una web-serie scritta e diretta da Stefano Muroni in collaborazione con l’enciclopedia Treccani e dei lavori correlati di due classi del ‘Dossi Dossi’.

La cerimonia, parte di un ciclo di eventi che proseguirà fino al 25 gennaio, ha preso avvio con la deposizione della corona di fiori sul cippo della caserma attorno al quale gli studenti hanno scelto una frase di accompagnamento di Primo Levi, ‘Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario’.

“Quest’anno vorrei aggiungere al ricordo dello sterminio degli ebrei anche i disabili e i malati di mente, persone considerate inferiori e non degne di vivere una vita sociale. Le voglio ricordare perché in questo luogo dove oggi si produce sicurezza nel 1944 hanno trovato la loro presenza momentanea tante persone poi deportate nei campi di sterminio”, ha detto il questore di Ferrara Giancarlo Pallini nel suo ricordo introduttivo aggiungendo poi che “oggi questo luogo che i cittadini devono sentire come proprio in passato è stato di sofferenza, e quindi noi che siamo qui a produrre sicurezza ci confrontiamo su quello che successe allora e quello che succede oggi. Ho accostato disabili e infermi di mente perché oggi altre categorie soffrono di un isolamento e di un’inferiorità. Considerare qualcuno come diverso e inferiore è elemento essenziale della nostra attività perché e da dove prende spunto quella criminale che porta poi a conseguenze devastanti. Tutte le azioni di violenza gratuita che trovano fondamento in questo troveranno nella Polizia sempre dei duri avversari”.

All’intervento di Pallini è seguito il ricordo personale dell’avvocato Stefano di Brindisi, che ricostruisce come da una casualità suo padre abbia scoperto che il nonno, poliziotto proprio alla caserma Bevilacqua, abbia contribuite a salvare chissà quante vite avvertendo in anticipo i perseguitati degli imminenti rastrellamenti.

“Teniamo particolarmente a questo momento alla caserma Bevilacqua perché per molti anni non si è parlato degli ebrei che venivano rinchiusi nel carcere allora in via Piangipane a cui seguiva lo smistamento — i maschi qui e le femmine al carcere di Portomaggiore — prima della partenza per Fossoli, da dove ritornarono in cinque”, è invece la ricostruzione storica della presidentessa dell’istituto di storia contemporanea di Ferrara Anna Quarzi.

Un monito al ritorno dell’antisemitismo arriva invece dal presidente della comunità ebraica di Ferrara Andrea Pesaro: “Avrei voluto essere qui solamente per ricordare la memoria di chi è passato da questa caserma e quanto successo come fatti del passato, conclusi e irripetibili, solamente da ricordare”, ammonisce, “ma oggi ci troviamo di fronte a situazioni che, seppur non come quelle che abbiamo ricordato, seppure isolate, di persone disturbate o nostalgiche, fanno sentire ancora e sempre più forti i segnali di una rinascita dell’antisemitismo. Sono qui per segnalarlo perché quanto ricordato non si ripeta e non ci sia l’indifferenza che in passato ha accompagnato questi drammatici e poi tragici eventi”.

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