Argenta
28 Novembre 2015
Parole durissime della Moretti nella sua ultima uscita pubblica: "Entrambi hanno tolto vita e speranze ai giovani"

“Chi ha ucciso Aldro come i terroristi di Parigi”

di Redazione | 3 min

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7f449446-fef4-4b86-8f13-7feec1cf8450 (641x360)di Matteo Rubbini

Argenta. I quattro agenti del caso Aldrovandi paragonati agli autori delle stragi di Parigi. Si chiude con frasi di fuoco pronunciate da Patrizia Moretti il ciclo di incontri inerenti ai ‘morti di Stato’ svoltosi con successo di pubblico presso il Centro Culturale Mercato di Argenta.

Dopo aver compiuto un breve viaggio nel passato, durato cinque giornate, e aver toccato temi come la storia di Giuseppe Pinelli, precipitato da una finestra della questura di Milano, la strage di Piazza della Loggia, la vicenda al G8 di Genova di Carlo Giuliani, e l’omicidio dello studente Francesco Lorusso in via Mascarella a Bologna, avvenuto trentotto anni fa ed analizzato grazie alle parole di Franca Menneas, è venuto il turno di Federico Aldrovandi, cui quest’anno ricorre il decennale della morte.

“Quelli che hanno sparato a Parigi non sono diversi da quei quattro poliziotti – afferma, dopo le prime battute, Patrizia Moretti, riferendosi a Enzo Pontani, Luca Pollastri, Paolo Forlani e Monica Segatto, condannati per omicidio colposo per la morte del 18enne –: entrambi hanno tolto vita e speranze ai giovani”.

Parole estremamente forti, di fronte alle quali è necessario ricordare che il delitto di cui si sono resi colpevoli gli agenti intervenuti in via Ippodromo (per un intervento ritenuto “legittimo” dai giudici dal momento che erano state fatte richieste dai residenti) è stato rubricato dai vari tribunali come colposo. Cosa completamente diversa quindi dai killer jihadisti che hanno compiuto una strage premeditata.

Tornando all’intervento della madre di “Aldro”, sono passati già dieci anni da quella notte del 25 settembre 2005. Nonostante questo, Patrizia Moretti non smette di ricordare la rilevanza di questi incontri perché “il coraggio è importante, anche quello di organizzare questo genere di iniziative, più che mai ora che sta iniziando una nuova fase di revisionismo”.

Un revisionismo al quale la Moretti contrappone un’unica via: “L’unica strada è di dire sempre la propria opinione, non permettendo a quelli che fanno la voce più grossa di parlare da soli”.

Altra fase della “mistificazione” condannata da Patrizia Moretti è quella di “dare una connotazione politica ai morti di Stato come Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e lo stesso Federico. Questo viene fatto per fare politica e per distogliere l’attenzione dalla realtà, una realtà di pura e cieca violenza”.

La Moretti ha successivamente ripreso il suo parallelismo tra i terroristi del Califfato Islamico e i quattro poliziotti, affermando che “nonostante tutto, nonostante il modo in cui la questura tentò di insabbiare la vicenda, quei quattro non li ho mai odiati. Li ho subito percepiti come persone estremamente banali, ma questo non li rende meno pericolosi perché non sono in grado di usare l’intelligenza. Ma come per il terrorismo, è importante uscire dalla spirale di violenza e non cedere alla sua logica”.

In chiusura, la madre di Federico Aldrovandi ha ricordato che quella di Argenta sarà, forse, l’ultima sua comparsa pubblica, ricollegandosi ad una precedente dichiarazione in cui affermò: “Torno ad essere una mamma privata”.

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