Cronaca
7 Maggio 2013
La foto di Federico torna a contrapporsi al sit-in del sindacato di polizia

Aldrovandi-Coisp, a Roma si ripete il caso di Ferrara

di Marco Zavagli | 2 min

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La foto di Federico Aldrovandi torna a contrapporsi al sit-in del Coisp. Un gruppo di manifestanti composto dai centri sociali Astra e Strike e dai candidati di Repubblica romana, la lista che sostiene la candidatura di Sandro Medici a sindaco della Capitale.

Intorno alle 10.45 una decina di manifestanti si è presentata in largo Cairoli, a poche decine di metri dall’entrata del Ministero di Giustizia dove stazione il presidio del tutto pacifico del sindacato di polizia che chiede l’applicazione dei domiciliari anche per gli ultimi due colleghi pregiudicati per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi rimasti in carcere.

Il gruppo è stato fermato dalla Digos per il controllo dei documenti (il piccolo corteo non era autorizzato). Nel mentre stanno arrivando all’incirca altre venti persone per unirsi alla protesta diretta contro il Coisp, che lo scorso 27 marzo aveva manifestato a Ferrara provocando lo sdegno e la reazione del sindaco Tiziano Tagliani prima e di Patrizia Moretti, la madre del ragazzo ucciso, poi.

“Abbiamo fatto quello che ha fatto allora Patrizia Moretti e che sarebbe tornata a fare in questa occasione”, commenta al telefono Checchino Antonini, giornalista e candidato per la lista Repubblica romana (presente assieme all’altro candidato Luca Blasi). Un commento, questa volta via Twitter, arriva anche da Sandro Medici: “il mio pensiero alla mamma di Federico Aldrovandi. E’ un’offesa per Roma la manifestazione del Coisp. Serve subito una legge sulla tortura”, aggiunge in riferimento alla battaglia portata avanti dalla Moretti e dai familiari di altre persone morte in circostanze analoghe a quelle del diciottenne ferrarese, come Stefano Cucchi e Giuseppe Uva”.

“Leggi e diritti devono valere per tutti – replica il segretario generale del Coisp Franco Maccari -, e noi, noi centinaia di migliaia di Appartenenti alle Forze dell’Ordine abbiamo bisogno di sapere perché siamo puntualmente oggetto di disparità di trattamento. Oggi siamo tornati a chiederlo ed aspettiamo con ansia risposte”.

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