Politica
7 Febbraio 2021
Il presidente di Ferrara Arte replica a critiche e polemiche: “Mi aspettavo ringraziamenti, invece ho ricevuto insulti al limite della querela”. Duro Ovadia: “Attacchi strumentali, canagliate”

Sgarbi: “Contro di me le firme di rappresentanti pallidi ma dignitosi della cultura”

di Redazione | 3 min

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Vittorio Sgarbi (credits: Archivio Fondazione Teatro Comunale di Ferrara / foto Marco Caselli Nirmal)

di Lucia Bianchini

“Rappresentanti pallidi ma dignitosi della cultura”, così Vittorio Sgarbi ha definito e si è scagliato contro ai firmatari del recente appello contro il suo ‘strapotere’ nelle politiche culturali cittadine, durante l’incontro di presentazione di Michele Placido come nuovo presidente del teatro comunale Claudio Abbado e del nuovo Cda della Fondazione.

Il noto critico d’arte ha fatto riferimento all’appello, sottoscritto da molti intellettuali ferraresi, rivolto al ministro Franceschini, al presidente Unesco Bernabè e all’assessore regionale alla cultura Felicori per denunciare “il biennio deplorevole che l’assessorato alla cultura, eterodiretto da Vittorio Sgarbi, sta conducendo a Ferrara”.

“Per me è una giornata di felicità e di amarezza. Io mi dichiaro colpevole di aver voluto per Ferrara un profilo culturale degno della sua storia – ha esordito Sgarbi-. Pensavo di essere ringraziato, invece ho ricevuto insulti al limite della querela. Provo amarezza perché alcuni rappresentanti pallidi ma dignitosi della cultura hanno firmato un documento contro di me per accusarmi di aver fatto il mio dovere, aver pensato che non possano essere sindaco o vicesindaco i presidenti di un consiglio d’amministrazione, che fosse giusto separare i ruoli. Mia sorella ha già denunciato”.

Ha parlato poi di un paradosso: “La lettera è indirizzata a Franceschini, lui non l’ha letta, gliel’ho portata io, è indirizzata anche a Felicori, che oggi è stato molto affettuoso con me. Ora che sedicenti rappresentanti della cultura vengano a rimproverare cose giuste e ad insultarmi per aver fatto, su richiesta del presidente Resca, quello che vedete (la nomina di Ovadia), è una cosa che io non sopporto, e mi sembra profondamente ingiusta”. Toni sprezzanti Sgarbi li ha riservati anche verso l’ex direttore di Palazzo Schifanoia e ha fatto accenno, piccato, alla polemica nata intorno al voler valorizzare la figura di Italo Balbo.

“Non ho mai fatto l’indifferente – ha proseguito Sgarbi -, li sfido uno ad uno, che mi mostrino cosa hanno fatto, non ritengo nessuno indegno della mia ira. Trovo ingiusto il loro attacco, io ho dato la mia testimonianza e ringrazio l’autorità politica, che ha accettato due figure che non hanno mai votato Lega. Credo che quello che ognuno ha fatto parli per noi, e il resto siano solo pettegolezzi. Non ho bisogno di solidarietà, ma che si riconosca quello che ho fatto”.

Contro gli attacchi a Sgarbi, che definisce “canagliate’”si è scagliato anche Moni Ovadia: “Gli attacchi strumentali a Vittorio Sgarbi sono una delle più grandi canagliate che avvenga in questo Paese. Come uomo di cultura, per l’altissimo respiro della sua visione, per la sua capacità di lettura e analisi e per il suo attivismo che non ha eguali, e per il fatto che in ogni cosa miri a valorizzare ogni respiro culturale, ce lo invidierebbero. Fare attacchi strumentali per fare riferimento all’aspetto ideologico di una cultura a mio parere attiene all’invidia, e non ad una seria critica culturale, che io non ho ravvisato, mi sembra un elenco di capziosità”.

Ovadia ha poi sottolineato il suo rapporto con Vittorio Sgarbi: “Io da Sgarbi ho avuto una generosità che mai ho visto, non abbiamo legami politici, siamo di parti politiche opposte, non abbiamo interessi di alcun tipo, non posso dare nulla a Vittorio. È stato lui a cercarmi, anche prima della nomina e riscontravo che lo faceva sempre per stima umana, intellettuale e culturale, e verso di me è stato generoso come mai nessuno prima, con disinteresse, e senza nessun tipo di do ut des, nemmeno lontanissimo. Ho ricevuto da Sgarbi più di quanto potrò mai ridare. Vorrei che questa città e il Paese si rendesse conto del privilegio che abbiamo ad avere un uomo che racconta e interpreta l’arte come nessun altro. Abbiamo una grande personalità, che come tutti ha pregi e difetti, ma le canagliate sono meschine e meritano solo un ‘non ti curar di loro, ma guarda e passa’”.

 

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