Politica
19 Luglio 2017
Fornasini (Fi) critico sulla gestione in house: «Meglio internalizzare il servizio, si risparmia l'Iva»

Aumenta il verde pubblico e lo gestirà Ferrara Tua

di Redazione | 3 min

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(archivio)

Aumenta il verde pubblico e la sua gestione verrà affidata per i prossimi tre anni alla società municipalizzata Ferrara Tua. Il consiglio comunale ha approvato il nuovo affidamento in house che, di fatto, non cambia le cose rispetto a prima.

Si è trattato comunque di un passaggio necessario – portato in consiglio dall’assessore Aldo Modonesi – data l’integrazione del vecchio manutentore del verde – Amsefc – nella stessa Ferrara Tua. Il Comune prevede di spendere per il servizio – che comprende gli sfalci, la deratizzazione, il monitoraggio, le potature – circa 2,2 milioni di euro all’anno fino al 2018. La delibera ha trovato l’avversione soprattutto di Forza Italia (che però alla fine si è solo astenuta), con il consigliere Matteo Fornasini che ha criticato la scelta di non gestire il verde internalizzando il servizio e risparmiando così sull’Iva e sui contratti dei dipendenti (ricevendo anche l’ironia del consigliere di Si, Leonardo Fiorentini, che ha rilevato come la proposta di gestire il verde internalizzando il servizio arrivi da un partito che solitamente propone di liberalizzare, vendere o esternalizzare). Il consigliere Alberto Bova (Fc) per rispondere al ‘problema Iva’ ha avanzato l’ipotesi di mantenere il servizio in capo a Ferrara Tua ma, per quanto riguarda i costi, di andare a compensazione con la Holding.

Dal bilancio ambientale presentato dall’assessore Caterina Ferri (ma già lo aveva anticipato il collega Modonesi), si apprende che il verde in questi ultimi anni è aumentato: «Quello gestito dal Comune passa dai 442 ettari del 2006 ai 667 ettari del 2016».

Il rapporto ambientale ha analizzato anche la situazione della qualità dell’aria, che nel 2016 è migliorata rispetto ai due anni precedenti, anche se tra 2015 e 2016 c’è stato un grosso problema con il controllo delle emissioni di PM 10 e PM 2,5. Collegato all’aria c’è il tema del trasporto pubblico e delle ciclabili: il primo sostanzialmente non è cambiato, la lunghezza è rimasta a 118 km (ma sono migliorati gli automezzi utilizzati), le seconde sono arrivate a 169 km, con l’obiettivo di arrivare a circa 200 nel 2020. La zona a traffico limitato rimane di 129 ettari «ma – avvisa Ferri – è destinata a un allargamento nei prossimi mesi nella zona rinascimentale». Buone notizie anche per l’efficientamento energetico delle sedi comunali, che hanno permesso di tagliare in maniera sostanziosa l’emissione di CO2.

Per quanto riguarda il suolo «si conferma il trend di riduzione dell’espansione urbana», anche per via della caduta del settore delle costruzioni, mentre in materia di bonifiche «nel triennio 2014-16 c’è stato un incremento delle aree recuperate: 70 ettari del Polo chimico, 37 dell’ex zuccherificio e 75 ettari dell’ex discarica Ca’ Leona».

Note dolenti si confermano per quanto riguarda la gestione della rete idrica: «Le perdite hanno subito incremento importante soprattutto con il sisma – osserva l’assessore -: da 29% siamo passati al 39% del 2015 con una lieve riduzione al 38,9% nel 2016. Non sono percentuali che ci possiamo permettere: abbiamo chiesto al gestore investimenti e ci sono 2,2 milioni a disposizione per il miglioramento».

Male anche per quanto riguarda i rifiuti: la produzione pro-capite rimane molto alta: 707 kg per abitante nel 2016 a fonte di 665 kg nel 2015 a livello regionale.

I risultati del bilancio ambientale sono stati criticati dalla consigliera Ilaria Morghen (M5S) e Francesco Rendine (Gol).

In consiglio si è discusso – in maniera decisamente confusa e poco informata – anche un ordine del giorno per la difesa dell’accordo internazionale Cop21 sui cambiamenti climatici.

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