Terre del Reno
2 Settembre 2016
I tartufai erano già al bosco della Panfilia quando hanno scoperto il posticipo della stagione. Ora si chiede una commissione regionale

Parte la caccia al tartufo, ma in oltre 200 rischiano la multa

di Redazione | 3 min

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Alcuni dei tartufai che hanno presieduto l’area

Alcuni dei tartufai che hanno presieduto l’area

San’Agostino. Il 1° settembre per il territorio ferrarese è la data in cui si sancisce l’ufficialità della raccolta del prezioso tartufo bianco “Tuber Magnatum Pico”.

Ieri però oltre 200 tartufai regolari, pronti già dalle 6 del mattino accompagnati dai propri cani, tesserino pronto da esibire, arrivati agli ingressi del bosco della Panfilia di Sant’Agostino, si sono imbattuti in cartelli che avvisavano il posticipo dell’apertura al 15 di settembre. Alcuni di loro hanno presieduto la zona, cercando di informare della situazione i colleghi, evitandogli di essere ingiustamente sanzionanti.

“Ancora una volta ci ritroviamo ad affrontare la scorretta gestione dei nostri territori e la mancanza organizzativa per quanto riguarda il settore tartufo, colpa di una politica che non trova interesse in questo mondo, obbligando i singoli ricercatori a pagare una tassa annuale senza ricevere alcun servizio in cambio” è la prima dichiarazione, a caldo, del presidente dell’Associazione Tartufai Bondeno Al Ramiol, Mattia Bagnolati.

I fatti: nelle prime settimane di luglio il responsabile del Settore Aree Protette dell’amministrazione provinciale di Ferrara comunica per via verbale al Comune di Sant’Agostino che, stando ai cambiamenti in corso tra Provincia e Regione, la calendarizzazione della ricerca e raccolta presso il Bosco di Sant’Agostino, per la stagione 2016/2017, seguirà la legge provinciale con apertura al 1° di settembre ma con obbligo di tesserino di monitoraggio. A partire dall’ultima settimana di luglio il Comune di Sant’Agostino invita tutti i tartufai a presentare regolare domanda per ottenere il tesserino di monitoraggio, inserendo nel regolamento la data di apertura al 1° settembre.

Il 31 agosto (un giorno prima dell’apertura) gira voce che le guardie volontarie siano pronte a dare battaglia ed a multare tutti i tartufai che verranno trovati presso il bosco il giorno successivo.

Parte una spasmodica ricerca per verificare se queste dichiarazioni siano fondate o meno e si arriva al punto: in data 1 agosto 2016 la giunta della Regione Emilia Romagna si riunisce e delibera di confermare, fino all’entrata in vigore delle modifiche alla legge regionale, di adottare le precedenti variazioni al calendario di ricerca e raccolta del tartufo, previste dalle amministrazioni provinciali. Così per il territorio ferrarese si rimanda alla delibera del consiglio provinciale n. 48 del 2015, con il quale l’anno precedente si imponeva l’apertura solo per la Panfilia al 15 di settembre.

“Suppongo che il problema scaturisca da una mancanza di comunicazione adeguata tra le parti” interviene Salvatore Salvi, socio de Al Ramiol, di Tartuficoltura ed Ambiente ed ex rappresentante dei cercatori in commissione provinciale, “la stessa delibera della regione menziona gli obblighi di pubblicità, diffusione ed informazione, sottolineando di pubblicare il documento sul Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Emilia-Romagna, dando atto che il Servizio Attività Faunistico-venatorie e Pesca provvederà a darne la più ampia diffusione. In realtà la pubblicazione sul sito avviene solo il 24 di agosto, esattamente una settimana prima dell’apertura e, stando alle mie informazioni, non è avvenuto un contatto diretto da parte della Regione con il Comune di Sant’Agostino per informare i tartufai sui cambiamenti di calendario”.

“Abbiamo raggiunto una situazione insostenibile” fanno eco Dino degli Esposti, presidente de Il Tartufo di Bologna e Mauro Cavallini socio de Al Ramiol e de Il Tartufo, “siamo sempre più una categoria solo da tassare e da multare: ogni singolo euro che versiamo in Regione non è mai stato utilizzato dalle amministrazioni al fine di garantire la salvaguardia del patrimonio tartufigeno”.

“Auspichiamo di poter lavorare in senso concreto alla modifica di legge e pretendiamo che si effettuino piani per il rilancio del prodotto tartufo e per la sua salvaguardia – protestano i tartufai -. Tutte le associazioni sono disponibili a questo scopo, mettendo a disposizioni i propri mezzi ed il proprio lavoro: basterebbe che la Regione prendesse atto di questo fatto e programmasse di sfruttare la nostra offerta”.

Anche Arci Tartufi Ferrara con il proprio presidente Marco Mazzali ribadisce lo stesso concetto offrendo il proprio contributo e sottolineando l’essenzialità di creare una commissione regionale rappresentata da tutte le associazioni presenti sul territorio.

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