Eventi e cultura
8 Luglio 2016
Intervista in anteprima all’ospite internazionale di 'Autori a Corte'

Dino Armas, dall’Uruguay il drammaturgo del tragicomico

di Redazione | 4 min

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Dino Armas (al centro) all'Ambasciata Uruguaiana a Roma

Dino Armas (al centro) all’Ambasciata Uruguaiana a Roma

di Silvia Franzoni

Ridere di tutto, e persino delle lacrime, perché c’è del tragico nel comico e del comico nel tragico; rendere leggere cose che paiono macigni senza rassegnarsi, perché speranzosi. È questo smalto brillante, questo alternare risate e drammi, a caratterizzare i cinquant’anni di carriera di Dino Armas, drammaturgo uruguaiano di fama internazionale che la rassegna ‘Autori a Corte’ porterà in città oggi venerdì . E che noi abbiamo incontrato in anteprima.

Abbiamo chiesto alla traduttrice Monica Menosse Hutton – che a Ferrara aveva già portato in scena due testi del drammaturgo uruguaiano – di iniziarci all’opera di Armas in occasione della presentazione (8 luglio, Ibs+Libraccio ore 17.30) del libro che raccoglie tre sue pièce teatrali, ‘E se ti canto canzoni d’amore?’, ‘Ave Mater’ e ‘Quei due sul tram’.

“Dino Armas fa questa cosa: ti fa entrare di colpo in un mondo, il suo – ci spiega – e ti accompagna tra una risata e l’altra a conoscere i personaggi e la loro storia. La sua scrittura è particolarmente attenta a personaggi emarginati dalla società, parla di tutto ma è lieve nel farlo. Ne sono esempio i protagonisti di ‘E se ti canto le canzoni d’amore?’: vittime entrambi di un abbandono affettivo, cercheranno di farla finita insieme. Si parla di tentato suicidio, si mette in scena la morte, ma lo si fa con una leggerezza autentica. Poi ci sono i drammi: ti travolgono nella loro assurdità, e finisci per riderne. In ‘Ave Mater’ una madre folle crede Santa sua figlia e sogna una chiamata del Papa, e la vita e la morte si mescolano infinite volte in un tipico realismo magico latino-americano. Il coinvolgimento è assicurato, come nel romantico ‘Quei due sul tram’ in cui i protagonisti si rincorrono alla buffa ricerca di un certificato di verginità: trovi sempre del comico dove non avresti immaginato di trovarlo”.

Dino Armas (credits Asociación General de Autores del Uruguay)

Dino Armas (credits Asociación General de Autores del Uruguay)

Chiediamo allora a Dino Armas, grazie alla traduzione simultanea di Monica Menosse, dove inizi Armas-autore e dove finisca il Dino-uomo.

“Mi sento come un fotografo della realtà uruguaiana, sono cresciuto di pari passo come uomo e come drammaturgo e se cambio io, cambia anche la mia opera. Quando ero maestro a scuola, per esempio, scrivevo per i bambini: sono come un riflesso, scrivo facendo autoritratti e se scrivo mi svuoto”.

La crescita sincronica dell’uomo-autore ha portato una studiosa ad avanzare l’ipotesi che per il repertorio di Armas si possa parlare di un grande romanzo, un romanzo di formazione dello stesso autore. E nei suoi personaggi, in chiaroscuro, c’è infatti l’umano in tutta la sua complessità. Ma dove si origina questa attenzione per l’emarginato, il sofferente e l’incompleto?

“Ho vissuto molte difficoltà, fin da bambino. Ho patito la fame, ho sempre sofferto di asma, ho lavorato nei quartieri più poveri: io, i miei personaggi, li ho vissuti tutti come testimone”.

E allora la risata? Come si può finire sempre con una risata?

“Io sono un ottimista, amo la vita. La risata è un sollievo, tanto per lo spettatore quanto nella vita, è un modo per sfogarsi. Le dirò, quando ho subito un intervento al cuore la prima cosa che ho fatto uscito dall’ospedale è stato scrivere una pièce: ‘Rifar el Corazón’, che in italiano suona qualcosa come ‘Mettere in palio il cuore’”.

Il suo non è un teatro dell’assurdo, si affrontano temi sociali e del quotidiano, ma di assurdo c’è molto: mi sbaglio?

“Preferisco si parli di situazioni al limite, melodrammatiche sì, ma non assurde. Ogni testo ha un suo modo diverso di essere scritto, sono tuti diversi e un po’ tutti uguali: non è un evadere dal quotidiano, è un affrontarlo. In ‘E se ti canto le canzoni d’amore?’, per esempio, si parla di doppio suicidio. E sa che c’è? L’Uruguay è uno dei paesi con il tasso più alto di suicidi”.

Rendere leggeri i macigni, dicevamo. Dino Armas ha sposato da poco il compagno di una vita, dopo 30 anni: il loro è stato uno dei primi matrimoni omosessuali celebrati in Uruguay. A chi gli abbia domandato il perché di una scelta così decisiva, dopo tanti anni e nonostante gli anni, Armas ha risposto: “e perché no?”.

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