Cronaca
7 Giugno 2016
Martellate e fendenti. Dieci anni ad Alì Nazakat per la spedizione punitiva

Cercò di uccidere il cognato, la conferma della Cassazione

di Redazione | 2 min

Leggi anche

Maestra pedinata da un 80enne, parla il marito: “Ci ha rovinato l’esistenza”

"Ci ha rovinato l'esistenza, ci ha messo a dura prova, minando la serenità della nostra famiglia, ma io credo nella giustizia". A parlare in aula è il marito della donna di 56 anni che, tra il 2019 e la fine del 2023, per cinque lunghi anni, secondo l'accusa, soprattutto davanti alla scuola primaria dell'Alto Ferrarese dove lei insegnava, sarebbe stata perseguitata da un uomo di 80 anni

Anselmo a Fabbri: “Un sindaco tanto distratto è meglio che cambi mestiere”

"Caro Alan, per giustificare il fatto che i soldi raccolti tra la cittadinanza per l’ospedale di Cona durante l’emergenza Covid siano stati in parte spesi per il Comune stesso e in parte trattenuti nelle casse comunali (e non va bene, non va proprio bene, non è corretto prendere in giro la cittadinanza) dici che non ne sapevi nulla, che non eri informato"

nazakat 3La Cassazione ha confermato la condanna a 10 anni 5 mesi e 10 giorni comminata in Appello ad Alì Nazakat, 35enne pakistano che il 4 ottobre 2013, si rese protagonista di una brutale aggressione ai danni del cognato, fratello della moglie, “colpevole” di aver prestato soccorso alla donna per via della sua drammatica situazione familiare. Un’aggressione feroce e spietata ma soprattutto, secondo i giudici, premeditata.

Secondo l’accusa il 35enne, difeso dagli avvocati Giulia Zerpelloni e Alberto Bova, ideò una vera e propria spedizione punitiva nel tentativo di far tornare a casa la moglie, fuggita in casa del fratello per paura delle sue abitudini sempre più violente e fuori controllo.

Alì Nazakat si era sposato nel paese d’origine con la donna che la famiglia aveva scelto per lui e alcuni anni dopo si fa raggiungere da lei e dai loro primi tre figli a Ferrara, dove lui già vive e lavora. Sono anni di violenze fisiche e sessuali, costrizioni, segregazioni. La signora Nazakat non può uscire di casa senza di lui, né imparare l’italiano. L’uomo le ha anche requisito i documenti. Le violenze proseguono durante la gravidanza del quarto bambino, concepito in Italia. Nel giugno 2013, picchiata per l’ennesima volta, temendo per la propria incolumità la donna si allontana da casa incinta del quarto figlio, mentre i tre fratelli rimangono provvisoriamente presso il padre. Chiede aiuto al Centro Donna Giustizia, sporge denuncia e viene ospitata dalla sorella, anch’essa residente a Ferrara insieme al marito, e ai loro bambini.

Nazakat però non si rassegnò e quel 4 ottobre del 2013 aspettò che la sua vittima, Hussain Ishiaq, accompagnasse i figli a scuola per poi seguirlo fino a un parchetto pubblico e aggredirlo, fino quasi a ucciderlo, con una martellata in testa e diversi fendenti con un coltello.

Hussain Ishiaq, parte civile attraverso l’avvocato Gianni Ricciuti, si salvò per miracolo. Quando fu sorpreso da Nazaqat nel parchetto, fu colpito a tradimento alla nuca con una violentissima martellata e poi, ormai a terra semitramortito, riuscì a fermare con le mani alcune delle coltellate che l’altro gli infieriva nel tentativo di finirlo. Una volta crollato al suolo riuscì a trascinarsi nei pressi di una scuola materna, dove fu soccorso da un connazionale e trasportato dal 118 all’ospedale di Cona. Oltre al grave trauma cranico aveva rimediato anche la rescissione dell’arteria intercostale, perse quindi i sensi ancora prima dell’arrivo dei soccorsi e fu solo grazie agli sforzi del personale medico dell’ospedale di Cona che la giornata non si concluse con un tragico lutto.

Ishiaq, che non vide un euro della provvisionale dovuta dal cognato, venne risarcito dalla Fondazione Emiliano Romagnola per le Vittime dei Reati.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com