A palazzo Bonacossi si è tenuta ieri, mercoledì 30 settembre, la prima presentazione del romanzo di Sara Fantini: “Le tre fiere”, appena proposto sugli scaffali dalla casa editrice Nuovecarte. Introdotti dall’editrice, Silvia Casotti, ne hanno parlato con l’autrice Sante Trerè, autore di numerosi saggi sulla lingua e letteratura italiane per le scuole, che ha redatto la prefazione del volume, e Leonardo Punginelli, responsabile dell’Ufficio Giovani Artisti del Comune di Ferrara, accompagnati da letture di brani a cura di Paola Casotti e intermezzi d’arpa di Irene De Bartolo.
Fantini – nata nel 1993 a Castel san Pietro Terme, laureanda presso l’ateneo bolognese con una tesi sulla fiaba e il favoloso in Calvino – si è già distinta come giovane talento letterario in numerosi concorsi e manifestazioni nazionali ed internazionali. Nel romanzo “Le tre fiere” amplia e approfondisce la sua ricerca esistenziale e letteraria già tracciata nel precedente “Goccia di pioggia” partendo da un classico dell’immaginario collettivo occidentale: il personaggio e la fiaba di Cappuccetto Rosso, per sviluppare, in un clima fantasy ricco di tensione e colpi di scena, una storia inaspettata fino alle ultime pagine.
Il racconto, scrive Trerè, si svolge secondo “un procedere incalzante di travestimenti, di trasformazioni, di metamorfosi e di anfibologie, che a volte e solo a posteriori verranno caratterizzate e motivate con chiaro effetto di suspence, di spannug tragica, analoga alla struttura narrativa del giallo. La fiaba, con questa riscrittura postmoderna, viene violentata e cannibalizzata per essere poi riutilizzata con modalità stranianti e dissacranti, facendosi portatrice di nuovi e più attuali orizzonti di senso”.
Al di là di altre trascritture e trasposizioni della fiaba, soprattutto in termini erotico-sessuali, qui ci troviamo di fronte alle riflessioni “di un adolescente dei nostri giorni alle prese con il disadattamento, le difficoltà della crescita, le violenze del quotidiano, l’attuale disorientamento valoriale”. Tematiche fondanti sono quelle della guerra, del tradimento, del fallimento, così come dell’amicizia e – quasi sottesa – dell’amore, costeggiate da suggestioni-corollario che ampliano e rafforzano l’impianto emozionale che ne fa un romanzo della consapevolezza e della formazione, adatto non soltanto ai giovani lettori, ma che si farà certamente apprezzare anche da un pubblico più adulto e, magari, disincantato.
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