“L’idea che la soluzione dei problemi di sicurezza passi attraverso la costruzione di cancellate e un meccanismo che renda meno usufruibili i luoghi del quartiere mi dà fastidio e penso che non sia risolutiva”. Con queste parole Marco Gozzelino riassume la prima assemblea di cittadini che riunisce il comitato contro al chiusura di parco Giordano Bruno, che nelle scorse settimane aveva lanciato una raccolta firme che ha visto l’adesione di quasi 200 cittadini.
Un’assemblea a cui aderiscono poco più di venti persone preoccupate dalla volontà della giunta di chiudere l’ennesimo parco in zona gad.
“L’appello – dice sempre Gozzelino – che abbiamo scritto era informato a questa idea di base che i luoghi pubblici debbano essere più usufruibili. Non è escludendo dalla possibilità di vivere uno spazio che si migliora la vivibilità di un quartiere”.
Insieme a Gozzelino partecipano tra le venti e le venticinque persone, abitanti del quartiere e non, che vorrebbero uno spazio riqualificato, uno spazio aperto e vivibile per i cittadini. Non mancano infatti alcune recriminazioni rispetto alle già ultimate chiusure di piazzetta Toti e del parco Coletta, ritenute “costose e con effetti discutibili”.
“È orribile – dice una partecipante – hanno massacrato un parco” e, “anche se molta gente è contenta della chiusura”, “chiediamoci dove sia finito lo spaccio riversatosi in Porta Catena a lato del Palazzo delle Palestre”.
La volontà e la richiesta del comitato non è però quella dell’immobilismo: “sarebbe bello – dicono – poter rigenerare lo spazio senza chiuderlo”. L’obiettivo è proprio questo, “ottenere che il parco sia riqualificato, magari attraverso un percorso di progettazione partecipato e condiviso”.
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