di Cecilia Gallotta
I numeri di Ferrara Arte sembrano aver sfidato quelli della pandemia, che anche nel mondo della cultura ha messo un grosso segno meno nei bilanci a livello mondiale delle ultime due stagioni.
Ma la “grande squadra della cultura di Ferrara” come la definisce il neodirettore di Ferrara Arte Pietro Di Natale, “era sempre pronta: la nostra arma – asserisce orgoglioso Vittorio Sgarbi – è quella di essere riusciti, ad ogni riapertura, ad avere sempre qualcosa da offrire alla città: in questo modo non ci siamo fatti trovare impreparati e abbiamo lavorato come se il lockdown non esistesse”.
Non è mancata la critica, da parte del presidente e critico d’arte, all’“iniquo comportamento del Governo che ha determinato la volontà di chiusura di musei, cinema e teatri, malgrado, in base alla Legge votata nel 2015, questi risultino servizi essenziali al pari di trasporti e ospedali. Le leggi sbagliate vanno combattute – sentenzia Sgarbi – esattamente come quelle contro gli ebrei. E durante questa pandemia abbiamo assistito a diversi esempi di assurdità”.
E se è vero che “la ripartenza di tutto deve iniziare dalla cultura”, come ha recentemente affermato il ministro Franceschini, Ferrara sembra averlo preso in parola.
Sono infatti oltre 244 mila le presenze che la città estense ha registrato negli ultimi due anni tra mostre, musei e i principali luoghi d’arte cittadini, di cui oltre 65 mila li ha contati solo la mostra di Banksy. Ligabue, nonostante le chiusure, è riuscito a riempire ogni giorno utile arrivando quasi a 35 mila visitatori e oltre 2 mila copie del catalogo vendute. Ha addirittura superato Ligabue Gaetano Previati sfiorando le 38 mila visite. Segue Boldini, con più di 18 mila ingressi e Giovanni Battista Crema con 17 mila.
A fare la parte del leone è sicuramente Palazzo Diamanti, ma non mancano i numeri anche per il Padiglione d’Arte Contemporanea, che conta oltre 2 mila visitatori per la collezione Franco Farina e altrettanti per i ‘Pittori fantastici nella Valle del Po’. Anche la Palazzina Marfisa dà il proprio contributo ospitando Koporossy e la Biennale Donna, mentre Palazzo Schifanoia, che superava già le 17 mila visite prima del nuovo allestimento, adesso può aggiungerne altre 6 mila.
Numeri che “dimostrano ampiamente come arte e cultura caratterizzino i valori profondi – afferma l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli – sui quali si costituisce l’identità culturale e sociale di una città, di un territorio, di un paese. A Ferrara abbiamo lavorato sulla programmazione, senza affidarci troppo alla ‘moda’ del digitale, capendo all’istante che non tutte le produzioni culturali possono essere veicolate in rete senza snaturare la loro qualità artistica”. Per dirla come Vittorio Sgarbi, insomma, “abbiamo parlato poco e lavorato tanto”.
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