Cronaca
13 Ottobre 2020
La Polizia Stradale e la Guardia di Finanza hanno arrestato per corruzione due dipendenti della Motorizzazione Civile e cinque imprenditori. Gli indagati sono 216

Mazzette a Ferrara per false revisioni a camion da tutta Italia: sette arresti

di Redazione | 4 min

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Dopo la sentenza di primo grado con cui il gup Carlo Negri del tribunale Ferrara ha pronunciato l'assoluzione per i cinque accusati per le presunte tangenti tra i padiglioni della Fiera, nei giorni scorsi, la Procura ha deciso di ricorrere alla Corte d'Appello di Bologna per quanto riguarda la posizione dell'ex presidente Filippo Parisini, inizialmente prosciolto dal giudice dopo la richiesta di rinvio a giudizio, chiedendo ai giudici bolognesi di disporne il rinvio a giudizio

Mazzette in cambio di false revisioni su mezzi pesanti, camion e autotreni malandati. Un “sistema” di cui usufruivano da tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, e che aveva le proprie basi a Ferrara, a partire da due funzionari della Motorizzazioni Civile. Un sistema scardinato con l’operazione “Ghost inspections” coordinata dalla Procura ferrarese, grazie alla quale Polizia Stradale e Guardia di Finanza hanno eseguito su disposizione del Gip 7 ordinanze di custodia cautelare, di cui 3 in carcere e 4 agli arresti domiciliari.

In carcere all’Arginone sono finiti due dipendenti della Motorizzazione Civile di Ferrara, Cesare Franchi ed Edoardo Caselli, e il titolare di un’agenzia di pratiche auto del capoluogo, Alessandro Barca, che risulterebbe essere l’intermediario. Ai domiciliari, invece, sono finiti 4 imprenditori: 2 della provincia di Ferrara, 1 di quella di Bologna e 1 della provincia di Rovigo, tutti attivi nel settore del trasporto merci. Per altre 12 persone per le quali la Procura aveva chiesto misure cautelari, il Gip ha concordato vi fossero gravi indizi di colpevolezza ma ha ritenuto non vi fossero i presupposti per emettere tali misure.

Sono comunque complessivamente 216 le persone iscritte nel registro degli indagati per i reati di corruzione, falso e abuso di ufficio. E sono 358 i mezzi pesanti che circolavano liberamente con revisioni false perché inesistenti (cioé nemmeno effettuate) e comprate (cioé con passaggio di denaro per ‘agevolare’ la revisione). Per questi mezzi non è stato concesso il sequestro preventivo, ma è stato comunque effettuato il sequestro probatorio dei tagliandi, che fungeranno sia da prova del reato che come garanzia che quei mezzi pesanti non circolino sulle strade creando situazioni di pericolo.

L’indagine ha portato ad accertare l’esistenza di un disegno criminoso in atto da anni finalizzato a garantire, dietro pagamento di somme denaro (fino a 350 euro per pratica) a favore di funzionari pubblici, il buon esito delle procedure di revisione di autocarri e rimorchi che, in condizioni normali, non avrebbero mai potuto superare le verifiche annuali obbligatorie perché privi dei requisiti tecnici richiesti. A fungere da intermediario era il titolare di un’agenzia di pratiche d’auto di Ferrara. Gli investigatori hanno accertato che più di 350 veicoli non sono mai transitati dalle linee di controllo, e sono al vaglio le posizioni di ulteriori 270 mezzi pesanti che, indipendentemente dagli accertamenti, saranno segnalati per la revisione straordinaria.

Sono questi gli esiti di una articolata e complessa investigazione coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Ferrara, Andrea Maggioni e condotta in perfetta sinergia operativa dagli uomini della Polizia Stradale e della Compagnia Guardia di Finanza della città estense.

L’attività info-investigativa, attraverso controlli mirati su strada da parte degli agenti della Polizia Stradale e dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Ferrara, ha avvalorato l’iniziale ipotesi delittuosa integrata dalle dichiarazioni di alcuni testimoni. Sulla base degli indizi raccolti, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ferrara, ipotizzando reati contro la pubblica amministrazione, ha delegato le due Forze di Polizia all’esecuzione di approfondite indagini, disponendo l’esecuzione di intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre all’installazione di telecamere presso la sede della Motorizzazione Civile.

Le immagini acquisite hanno consentito di verificare che le anomalie riscontrate erano il frutto di un congeniato sistema illecito, basato, come detto, sulla corruzione di funzionari e imprenditori per facilitare i collaudi e le revisioni. Le numerose registrazioni acquisite, agli atti delle indagini, hanno immortalato il profitto del reato, ovvero il denaro nascosto all’interno dei documenti o delle classiche “bustarelle” che le parti si scambiavano durante le operazioni di controllo dei mezzi. Tra i “favori” che i dipendenti della Motorizzazione facevano alle ditte di autotrasporto in cambio di denaro era anche la possibilità di anticipare o posticipare di diverse settimane la prenotazione della revisione.

Il rodato meccanismo illecito scoperto era ormai noto anche alle ditte di autotrasporto fuori dall’Emilia-Romagna. Alla Motorizzazione Civile di Ferrara venivano sottoposti a revisione automezzi provenienti da tutta Italia, con la certezza che, con alcune centinaia di euro, era possibile “comprare” le verifiche anche in presenza di gravi inefficienze di tipo meccanico o elettrico (sistemi frenanti non idonei o non completamente efficienti, usura degli pneumatici oltre gli standard consentiti, malfunzionamento dell’impianto luci ecc.).

Le riprese video effettuate dagli investigatori, oltre a svelare il giro di denaro e di favori, hanno consentito di fotografare la spregiudicatezza con cui, in molti casi, venivano occultate le carenze al sistema frenante o agli pneumatici dei veicoli, consentendo la circolazione su strada di mezzi non sicuri.

Oltre alle ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip Vartan Giacomelli, l’autorità giudiziaria inquirente ha disposto che gli agenti della Polizia Stradale e i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Ferrara eseguano il sequestro delle carte di circolazione degli oltre 350 automezzi individuati nel corso delle indagini, i quali verranno tutti sottoposti a revisione straordinaria.

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