Comacchio
7 Agosto 2020
L'ex presidente ribatte alle dichiarazioni dell'ex Servizio Parchi: "Da che pulpito, lui sul territorio più come cacciatore che come dirigente. Per 20 anni è stato lui il massimo responsabile e supervisore"

Parco del Delta, Fabbri replica a Valbonesi: “Inesattezze e vanagloria”

di Redazione | 3 min

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Comacchio. Sono “piene di inesattezze” le affermazioni dell’ex presidente di Federparchi Enzo Valbonesi secondo il consigliere regionale ed ex sindaco di Comacchio Marco Fabbri, a cui il primo aveva indirizzato non poche critiche nella nota stampa che ha trovato spazio spazio su queste pagine nelle ore scorse.

Una replica in cui Fabbri si dichiara d’accordo con Valbonesi “solamente su una questione: da oltre 150 giorni il ruolo di presidente del Parco del Delta del Po è vacante e questa impasse, legata alla sua non piena funzionalità, sta creando grossi disagi e finirebbe per danneggiare i cittadini e le centinaia di imprese che operano sul territorio del Parco. Questo stallo va superato” scrive il consigliere del gruppo Pd prima di cambiare del tutto registro.

“Da che pulpito le accuse di mancanza di imparzialità e adeguatezza, da parte di un cacciatore-ambientalista già dirigente del responsabile regionale del Servizio Parchi. Valbonesi conosce molto bene questi territori e i rapporti (suoi, ndr) con il Comune di Comacchio e il Parco del Delta sono stati più intensi negli ultimi anni sicuramente più per le sue frequentazioni venatorie nelle Valli, che non per gli incontri tecnici all’Ente Parco. Non sono né un cacciatore né un estremista ambientalista, ma credo che chi riveste, o ha rivestito in passato, determinati ruoli dovrebbe astenersi per opportunità e conflitto di interesse da alcune attività o affermazioni”.

“Il suo comunicato – prosegue Fabbri – mi ha suscitato un misto di gioia nel sapere che sta bene dal momento che non si avevano sue notizie da tempo, ma anche di tenerezza: Valbonesi, pensionato regionale da pochi mesi, attacca lo stesso lavoro portato avanti da lui stesso in questi anni, affannandosi a stilare un elenco di criticità e di mancati presunti risultati raggiunti da parte dell’Ente Parco del Delta del Po, dimenticando di essere stato, per quasi 20 anni, massimo responsabile regionale supervisore dei Parchi Regionali e controllore dell’attuazione degli indirizzi da lui stessi vagliati tecnicamente. In questi anni è stato colui che ha firmato positivamente il parere di regolarità di tutti gli atti: delle pianificazioni, dei piani di investimento e dei regolamenti del Parco. L’ultima sua firma risale al 2017″.

“Ho rivestito per un breve periodo e gratuitamente – rivendica – l’incarico di presidente del Parco, mentre Valbonesi per 20 anni è stato retribuito come dirigente del Servizio Parchi (se, per senso di responsabilità o contrasto con la propria amministrazione, avesse voluto abbandonare l’incarico, avrebbe potuto farlo già diversi anni fa). Non posso dire che sia andato tutto bene e spesso in maniera critica ho evidenziato le cose che non andavano, anche frutto di scelte tecniche imposte dallo stesso Valbonesi: il mancato sostegno tecnico alla candidatura del Mab Unesco, il mancato avvio delle procedure per l’acquisizione di Boscoforte, nonostante le decine di lettere a lui trasmesse e il parere favorevole degli assessori, il rifiuto a compiere sopralluoghi sul territorio o a far parte di commissioni tecniche come quella di Valle della Canna, solo per citarne alcune”.

“Le sue affermazioni – conclude Fabbri – sono piene di inesattezze, e la gloria di cui condisce le azioni da lui intraprese non è esistita nella realtà. Appena insediato ho richiesto di acquisire immediatamente e senza costo alcuno la penisola di Boscoforte, e non di acquistarla come falsamente affermato da Valbonesi. Vorrei evitare di continuare ad evitare di smentirlo punto su punto perché, ripeto, le sue dichiarazioni mi hanno suscitato anche tenerezza, ma alcune precisazioni erano d’obbligo”.

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