“Ogni femmina di granchio blu mette al mondo dai 700.000 ai due milioni di granchi blu: per salvare il territorio di Goro e Comacchio serve una terapia d’urto, non basta pensare di commercializzare il granchio blu a fine alimentare, bisogna sostenere i pescatori perché ne raccolgano più che possono e aiutare chi lo smaltisce come fa la proposta di legge regionale che stiamo discutendo”. L’appello arriva da Vincenzo Rizzardi, amministratore del Consorzio dei Pescatori del Delta del Po intervenuto nel corso della commissione Politiche economiche della Regione per l’audizione sulla proposta di legge che stanzia oltre 6 milioni di euro per sostenere i settori agricoli in crisi (patata, riso, barbabietola da zucchero), il Consorzio dei salumi piacentini e per nuovi interventi straordinari per il contrasto al “granchio blu”.
“I danni sono già tanti soprattutto a Comacchio, mentre a Goro si è retto meglio: ora siamo molto preoccupati anche per le vongole: da oggi a qualche anno sarà un settore completamente in crisi, con tutti gli effetti del caso su un territorio come quello di Goro e di Comacchio che economicamente vive quasi esclusivamente solo dell’attività legate alle vongole”. Così come ci sono e ci saranno problemi per le vongole. Il sostegno economico è arrivato dalla Regione e dal governo, ma dobbiamo tenere presente che la vera criticità per la Sacca di Goro e per Comacchio inizierà da ora e durerà qualche anno: per questo servono interventi ben definiti perché per un territorio che si basa quasi solo sulle vongole quello che sta succedendo è drammatico”, spiega Rizzardi.
Dal canto suo Patrizia Cavazzini (imprenditrice agricola e rappresentante del Consorzio del riso Igp) ringrazia la Regione per l’attenzione al settore: “C’è molta attenzione alla nostra tipologia di coltura, ma sul tema della paglia da bruciare la Regione ci è venuta incontro, ma le guardie forestali ci impediscono di agire e così il problema è da risolvere”, spiega Cavazzini.
Nello specifico, il provvedimento proposto dalla giunta stanzia 500mila euro nel 2024 per mantenere la coltivazione della patata (a patto che si utilizzino tuberi-seme certificati) in Emilia-Romagna dove ci sono 4.500 ettari coltivati con questo tubero, altri 500mila euro per il riso (a patto che si usino sementi certificate), 300mila euro per il sostegno al Consorzio dei salumi piacentini (pancetta, salame e coppa), un milione di euro per lo smaltimento del granchio blu non destinato a commercio e ristorazione. Su tre anni, invece, i fondi per il sostegno alla coltivazione di barbabietole ammontano a 1 milione di euro nel 2024, 1,5 milioni nel 2025 e 1,5 milioni nel 2026.
“Confermiamo l’impegno della Regione per sostenere settori fondamentali per la nostra economia regionale come quello dell’agricoltura e quello della pesca che è alle prese con i danni provocati dal granchio blu. Si tratta di filiere produttive dove sono impiegate molte persone e intervenendo la Regione conferma l’attenzione alla tutela dell’occupazione oltre che del sistema delle imprese. E’ molto importante l’intervento per le barbabietole visto che in Emilia-Romagna, a Minerbio nel bolognese, c’è l’ultimo zuccherificio italiano attivo. Questo provvedimento va oltre questa legislatura, è uno sguardo di lunga prospettiva per la nostra agricoltura”, spiega il relatore di maggioranza ed esponente del Partito democratico.
“Occorre inserire questi provvedimenti nel quadro internazionale dell’agricoltura, così come non bisogna mai dimenticare che si deve guardare l’intera filiera dei prodotti agricoli: spesso vediamo prodotti che al banco costano 3-4 euro al chilo, ma che che agli agricoltori portano pochi centesimi al chilo. Servono interventi anche per la frutticultura”, è la posizione del relatore di minoranza ed esponente di Rete Civica.
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