Comacchio
3 Maggio 2024
Secondo il sindacato "le problematiche legate al reperimento della manodopera nel turismo sono connesse a fattori strutturali che devono essere affrontati con serietà"

Lavoro nel settore turistico. Cgil: “Si esca dalla strumentalizzazione”

di Redazione | 2 min

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“Si esca dalle strumentalizzazioni e si apra una discussione vera su come qualificare il lavoro e i servizi nel settore turistico”. L’appello parte dalla Cgil Emilia Romagna e in particolare da Filcams e Flc che vedono nel livello regionale “lo spazio giusto e adeguato in cui avviare questa discussione” attraverso il Patto per il Lavoro e per il Clima, “nel quale con il metodo del confronto, siamo pronti a portare le nostre proposte e a condividerle con le Istituzioni e le associazioni datoriali che lo compongono”.

A breve inizierà il clou della stagione turistica anche se i primi preamboli li abbiamo già visti in aprile, quando il meteo lo ha consentito. “Diverse imprese e associazioni datoriali – spiega il sindacato – hanno acceso ancora una volta la polemica rispetto alla carenza di manodopera e alla presunta indisponibilità dei giovani al lavoro nel settore turistico”.

Fanno quindi notare come negli scorsi anni si sia spesso cercato di “scaricare le difficoltà del settore su fattori come l’eliminazione dei voucher o l’introduzione del Reddito di Cittadinanza”. Ad oggi invece al centro delle attenzioni troviamo “il contratto di apprendistato per i minorenni e in particolare la Nota Inl (Ispettorato Nazionale del Lavoro) n. 1369/2023 che sosteneva la necessità di una coerenza tra il percorso scolastico e l’attività lavorativa”.

Secondo la Cgil si tratta di una “strumentalizzazione” mentre “le problematiche legate al reperimento della manodopera nel turismo sono connesse a fattori strutturali che devono essere affrontati con serietà, senza scadere ogni anno in un dibattito mediatico sterile e non costruttivo”.

Fattori come la crisi demografica “i cui effetti iniziano a ripercuotersi sul mondo del lavoro, mentre il Governo continua a strumentalizzare a fini elettorali il tema della gestione dei flussi migratori”. Oppure un settore turistico che deve “essere attrattivo, a partire da un innalzamento dei salari e da condizioni di lavoro adeguate”.

“Il settore – aggiungono – è invece caratterizzato da una strutturale precarietà: nel 2022 in Emilia-Romagna meno di un dipendente su cinque era assunto a tempo indeterminato e, se si escludono i part-time, tale percentuale scende addirittura al 12,9%”.

Insomma, precarietà del lavoro a cui si aggiunge “lavoro nero e grigio, appalti illeciti e non genuini, interposizione illecita di manodopera”.

Al contrario “l’industria turistica avrebbe invece bisogno di affermare una visione completamente opposta per esprimere tutte le proprie potenzialità di sviluppo: maggiore progettazione, investimenti e formazione con lo scopo di determinare occupazione stabile, retribuzioni dignitose e condizioni di lavoro sostenibili”.

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