Cronaca
17 Luglio 2020
La difesa di Walter Steiger: "Centro degli interessi non a Ferrara ma a Parigi, New York e Ginevra". A ottobre verrà sentito il figlio Paul

Stilista a processo per evasione, figlio chiamato a testimoniare

di Elisa Fornasini | 2 min

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Walter Steiger nel suo laboratorio a Ferrara (foto dal profilo facebook della maison)

Ferrara è la sua “città del cuore” ma non il centro del suo business. È la tesi difensiva con cui lo stilista svizzero Walter Steiger, uno dei nomi più rinomati nel settore del design delle calzature, si presenta al processo nel tribunale di Ferrara per evasione fiscale, con l’accusa di aver evaso 2 milioni e 300mila euro tra 2012 e 2015.

Nell’udienza di giovedì 16 luglio i difensori di fiducia, gli avvocati Paolo Scaglianti e Michael Tartari, hanno prodotto alcuni documenti tradotti dal francese e dall’inglese in italiano, “volti a dimostrare che il centro degli interessi vitali del nostro assistito si trova all’estero, segnatamente Parigi, New York e Ginevra”.

Il processo, come stabilito dal giudice Alessandra Martinelli, è stato rinviato al 15 ottobre, giorno in cui dovrebbe essere sentito un testimone della Procura della Repubblica, nonché il figlio dell’imputato, Paul Steiger, e il consulente legale dell’imputato, avvocato iscritto all’ordine di Ginevra.

È stata fissata una seconda udienza il 10 dicembre per la discussione finale, data in cui quindi, a scanso di imprevisti, dovrebbe concludersi il primo grado a carico del designer di moda che, avrà anche il “centro degli interessi economici all’estero e paga le tasse in Svizzera” ma lavora con aziende italiane, due aziende venete grandi produttrici di scarpe di altissima qualità, i cui responsabili sono stati sentiti nella scorsa udienza per chiarire il mancato versamento della ritenuta d’acconto sulle royalties.

Prima di loro sono stati ascoltati i finanzieri che hanno svolto le indagini e che lo accusano di essere stato spesso in Italia e spesso a Ferrara, addirittura per più di sei mesi in un anno, basandosi su dati Telepass di un’auto intestata all’azienda Wgp di cui Steiger è proprietario in Svizzera. Mezzo che, secondo la difesa, “usava per girare in Italia e andare nelle due aziende che hanno prodotto le scarpe” e poi “non la usava solo lui, ma anche uno dei suoi figli e un dipendente”. Un aspetto su cui lo stesso Paul Steiger dovrà fare chiarezza.

Gli altri due collegamenti con la città estense individuati dagli inquirenti riguardano i pagamenti effettuati con carte di credito in due notissimi ristoranti ferraresi – “tutto alla luce del sole”, rimarcava a suo tempo l’avvocato Scaglianti – e il fatto che lo stilista avesse un immobile in via Ravenna adibito al lavoro, ovvero al disegno di scarpe, “ma non l’ha comprato lui, gliel’ha lasciato in successione la moglie”.

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