Politica
7 Maggio 2020
Stop all'ordinanza del sindaco Fabbri che si sfoga sui social: "Ennesimo torto, mi vergogno di questo governo e non getterò la spugna"

Il governo blocca la riapertura dei negozi l’11 maggio

di Redazione | 4 min

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Un fulmine a ciel (poco) sereno. All’indomani dell’ordinanza del sindaco Alan Fabbri che dispone la riapertura dei negozi già da lunedì 11 maggio, arriva il blocco da parte del governo. Perché no, non si possono riaprire le attività commerciali in deroga a quanto disposto dal Dpcm che segna il 18 maggio come data prevista per poter rialzare le saracinesche.

Un diniego che viene visto come “l’ennesimo torto da uno Stato che pensa sempre meno a chi costituisce il vero motore del Paese”. A parlare è il sindaco Fabbri che ha ricevuto una lettera dal prefetto, rappresentante territoriale del governo, che blocca di fatto l’ordinanza che avrebbe dato, da lunedì, la possibilità a tutte le attività di vendita al dettaglio di ripartire.

Uno strappo pesante, il secondo nel giro di poche settimane. “Dopo l’attacco all’Italia sui Buoni Spesa, che la magistratura (al momento) ha deciso di voler affidare anche a chi si trova qui in vacanza, ‘regalando’ invece mance da 600 euro a chi ha sempre costituito il tessuto produttivo ed economico del Paese, oggi il governo tramite il prefetto di Ferrara blocca la mia ordinanza sull’anticipazione della vendita al dettaglio nella nostra città” si sfoga il primo cittadino sui social.

Fabbri impugna l’articolo 1 comma 2 del Dpcm del 26 aprile del 2020 secondo cui “i provvedimenti sulle attività commerciali, anche emanati dalla massima autorità sanitaria locale, devono rispettare “principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio effettivamente presente su specifiche parti del territorio nazionale”. Ed è proprio su questo punto che ci siamo mossi con un provvedimento di graduale riapertura degli esercizi commerciali”.

Un’anticipazione che avrebbe voluto per la ‘sua’ Ferrara, “una tra le città dove la diffusione del virus è più bassa rispetto a tutta l’Emilia Romagna e a gran parte del Nord Italia. La nostra provincia è diventata addirittura un caso di studio per questa caratteristica ed è stata definita dal commissario ad acta dell’emergenza Coronavirus Sergio Venturi, “un’oasi del contagio, dove il virus ha fatto meno male””.

Per questo, secondo il sindaco, “il blocco totale imposto dal Dpcm non è più accettabile. Per il Governo, Ferrara è uguale a tutte le altre città e preferisce andare contro un principio inserito nello stesso Dpcm. Ritengo che la nostra proposta vada valutata con grande attenzione da parte della Regione e chiedo al presidente Stefano Bonaccini di fare della nostra città un progetto pilota per le riaperture anticipate di tutti gli esercizi commerciali di vendita al dettaglio, seguendo ovviamente tutte le misure igieniche e sanitarie per prevenire la diffusione del contagio”.

Inoltre, rincara un inviperito Fabbri, “il Governo blocca un’ordinanza di un sindaco che vede un’enorme contraddizione nella selezione delle attività che possono restare aperte, questo perché si affida ai codici Ateco, la quintessenza della burocrazia italiana, che da sempre blocca il Paese. Lascia nell’incertezza della loro professione molte piccole attività, oggi a rischio fallimento, e che non riescono più a sostenere economicamente la chiusura forzata”.

“Forse al Governo non è chiaro che a Ferrara tutti i commercianti hanno capito che possono fare affidamento solo sulle proprie spalle per salvare la propria attività. Dopo mesi di annunci e tante promesse, ma poca sostanza, è più che condivisibile. Ogni giorno ricevo migliaia di vostri messaggi disperati – racconta il sindaco – e per quanto io possa fare insieme alla mia squadra mi rendo conto di essere impotente davanti ad un Governo che offende ogni giorno la dignità di imprenditori e categorie produttive“.

Non solo. “Mi vergogno di tutto questo, mi vergogno da cittadino e da amministratore” confessa Fabbri che annuncia che “non getterò la spugna e continuerò a lavorare su ogni fronte anche con le mani legate, ma se si aspettano la mia complicità in tutto questo si sbagliano di grosso. I ferraresi continueranno a ricevere tutto il supporto possibile da me e da questa amministrazione, ed il Governo si dimentichi la mia e la nostra riconoscenza. Noi certamente non dimenticheremo mai questa ennesima beffa ai danni di chi contribuisce da sempre al benessere della città”.

Da oggi “sono al telefono con il presidente Bonaccini per trovare una strada comune che riavvii al più presto tutte le attività ancora chiuse. Non assisterò immobile alla distruzione del sistema economico della mia città“.

Lo stesso governatore ha già risposto in una videoconferenza, in cui ha commentato che “il provvedimento di Alan Fabbri cozza contro il Dpcm. Non siamo il Tar – ha spiegato Bonaccini in mattinata -, ci sono organi preposti che hanno la responsabilità di dire e di indicare cosa si può e cosa non si può fare. Vediamo il Governo cosa ci dirà, mi pare di aver letto su alcuni quotidiani che il presidente del Consiglio ha detto che ascolterà le Regioni. Mi sento di suggerire al Governo di pensare seriamente ad anticipare un po’, se possibile, quelle scadenze che aveva indicato”. Ma intanto il primo blocco è arrivato nella città estense.

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