La chiamata compromettente, che avrebbe potuto chiarire la posizione di un uomo di 45 anni a processo per atti sessuali, corruzione e adescamento di minori, non è ancora disponibile.
La perizia informatica disposta sul cellulare, che dovrebbe contenere la registrazione della telefonata fatta al 45enne da uno dei minori coinvolti sotto la supervisione dei genitori con lo scopo di acquisire elementi di prova, rischia infatti di finire in Germania.
Il consulente, sentito dal giudice Vartan Giacomelli in un’udienza molto tecnica, non è riuscito a sbloccare lo smartphone e quindi ad accedere ai dati perché si tratta di un vecchio modello di iPhone che non supporta le moderne tecnologie di sblocco.
La soluzione, proposta dal perito e caldeggiata dalla pm Barbara Cavallo, è di spedire il telefono a una ditta specializzata tedesca in grado di sbloccare il dispositivo e rintracciare questo file, svelato da una delle madri dei minori durante la sua testimonianza.
La fattibilità di questa procedura, con un preventivo sui costi (che dovrebbero aggirarsi intorno ai 2mila euro) e sulle tempistiche (si parla di due o quattro settimane per l’eventuale adempimento), sarà valutata in un’udienza interlocutoria fissata il 24 marzo. A sei anni di distanza dai fatti contestati, risalenti al 2014, quando secondo l’accusa l’imputato rivolse attenzioni troppo esplicite verso un gruppetto di ragazzini e ragazzine che frequentavano un parchetto pubblico dell’Alto Ferrarese, dove portava anche suo figlio per giocare.
Tutte le parti in causa – avvocato Enrico Tassinari per la parte civile e avvocato Barbara Iannuccelli per la difesa – concordano sulla necessità di acquisire la registrazione della telefonata per avere un elemento di prova in più in una vicenda delicata che ha già visto la ‘scomparsa’ di una chiavetta usb contenente immagini pornografiche, che l’uomo avrebbe consegnato a uno dei minori ma che non è presente nel fascicolo degli inquirenti.
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