Politica
29 Gennaio 2020
Brindisi a fine anno per la riapertura, ma l'infrastruttura è ancora chiusa. Cresce il malumore tra i residenti: "È una vergogna"

Ponte Bailey, tutto fermo dopo la biciclettata di Naomo

di Redazione | 4 min

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“Entro Natale sarà pronto. Verrà montato già fatto e collaudato nello stesso giorno e in due giorni sarà percorribile”. Il regalo di Natale promesso dal vicesindaco Nicola Lodi, che a fine ottobre aveva annunciato la riapertura del ponte Bailey, si scontra con la dura realtà. Nonostante i proclami – “se sono qua non è per promettere ma per assicurarvi risultati certi e con i residenti prendo un impegno serio e concreto” aveva detto agli abitanti di Cocomaro di Cona -, l’unico che ha potuto percorrere l’infrastruttura è stato lo stesso Naomo.

È passato quasi un mese da quando il vicesindaco si faceva filmare in diretta mentre scorrazzava in bicicletta sul ponte per raggiungere i consiglieri della Lega, riuniti per la conferenza di fine anno con tanto di brindisi.

Non è un sogno: dalle parole ai fatti! – era il proclama trionfale di Lodi -. Come promesso, il ponte è terminato. Dopo due anni e mezzo i cittadini di Cocomaro hanno questo ponte stupendo. Mancano solo la salita e la discesa, verranno fatte la prossima settimana per aspettare temperature più miti. Siamo riusciti a concretizzarlo, dal ponte ‘strombazzate Pd’ buon anno a tutti!”.

Era il 31 dicembre. E ancor prima, il 17 dicembre, il vicesindaco annunciava l’apertura imminente anche sui social: “Il ponte è al suo posto come promesso. Un’opera importante sia per i residenti delle frazioni, sia per Cocomaro che per i lavoratori e i pazienti che ogni giorno si recano all’ospedale di Cona. Manca solo l’entrata e l’uscita e poi si procederà al collaudo. A giorni faremo un rinfresco assieme a tutti i residenti per chiudere un capitolo nero della politica targata Pd“.

Il rinfresco c’è stato, l’inaugurazione no. I cittadini, rincuorati dagli annunci dopo due anni e mezzo di chiusura e convinti di essere arrivati alla sospirata conclusione di un calvario durato tanto, troppo tempo, dai primi di gennaio si sono recati sul ponte e hanno sbattuto ‘il muso’ contro la verità.

Lavori sospesi, transenne ferme al loro posto, materiale edile che si intravede dietro le recinzioni da cantiere. La situazione pare essere rimasta immutata fino a oggi. Il ponte della discordia rimane ancora chiuso e inaccessibile alla cittadinanza, nonostante la biciclettata di Naomo che aveva dato speranza di una riapertura al traffico, che ancora oggi tarda ad arrivare.

Il malumore dei residenti cresce ed è palpabile all’uscita da scuola. “È una vergogna e una schifezza totale” commenta un nonno mentre attende l’uscita del nipotino. Un pensiero condiviso in tutto e per tutto anche da un papà, che ha voluto specialmente sottolineare come lo scenario che si è venuto a creare sia “scandaloso, oltre che una presa in giro per tutti, dato che un’amministrazione normale non ci mette anni a rifare un ponte”.

Tra le principali problematiche portate alla luce dalle parole cariche di delusione dei diretti interessati, però, rientra soprattutto quella che, secondo una coppia di mamme, è la “mancanza di comodità nell’accompagnare i figli a scuola, nel raggiungere velocemente l’ospedale o nell’allungarli in parrocchia, dato che ci tocca dover arrivare fino a Cona e poi tornare indietro per raggirare la zona non transitabile”. Senza contare – ha messo in evidenza un altro residente – il “disagio ambientale, visto che siamo chiamati a fare chilometri in più, compromettendo anche il lavoro delle ambulanze e il traffico”.

“Si divertono a prenderci in giro” ha poi sottolineato un anziano signore impegnato nel portare a passeggio il gatto, mentre c’è stato anche chi si è lamentato del progetto in sé, come nel caso di un altro anziano abbastanza contrariato per il modo in cui è stato deciso di costruire la nuova infrastruttura, dato che “il posto per fare quattro corsie c’è, ma ne fanno solo una”. Una signora invece ha detto di credere “al ponte aperto solo quando lo vedo” e un’altra ha aggiunto di voler sperare “che venga aperto al più presto, sennò ci tocca chiamare Striscia la Notizia”. Significativa anche la versione del tabaccaio del paese intento a dimostrare come “con questo disagio, ci ho rimesso praticamente clienti e metà del mio fatturato”.

Ma la responsabilità di tutto questo a chi appartiene? Tra una mamma che accusa l’attuale amministrazione – specialmente “Naomo che viene qui e sembra voler aprire le acque” – e chi infine la protegge, scaricando tutta la colpa sulla precedente giunta Tagliani, dato che “gli attuali amministratori non possono fare miracoli“, come ha spiegato lo stesso tabaccaio, la risposta più politicamente corretta è stata molto probabilmente fornita da quel nonno che, in attesa di poter testare finalmente il nuovo ponte, senza distinzione di colore e appartenenza partitica, ha voluto puntare il suo dito su “una classe politica che ha quattro facce dove, per sapere realmente qualcosa di quello che succede, bisogna stare dentro al municipio”.

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