Cronaca
26 Dicembre 2019
Dieci anni fa si presentavano il doppio delle persone di adesso. "Molti hanno trovato lavoro, qualcuno però torna perché lo sta perdendo”

I volontari delle mense al lavoro anche a Natale: “Facciamo del nostro meglio”

di Redazione | 3 min

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Alla Rivana quest’anno, alla mensa di Viale K, al pranzo di Natale per gli ‘ultimi’ viene privilegiata la cena, per la quale fin dalle 9 del mattino i volontari dell’associazione sono in fermento. Romolo Massa, come da più di tre lustri, è ai fornelli e si aspetta intorno alle settanta persone per il pranzo, qualcosa di meno per la cena. Complice, alla Rivana, la location un po’ scomoda da raggiungere a piedi.

I numeri di chi anche il giorno di Natale pranza alla mensa gratuita dell’associazione di don Bedin — solo una di quelle che operano a Ferrara — si sono stabilizzati ormai da qualche anno: non si superano mai il centinaio di persone a pranzo, che è il pasto più frequentato della giornata, i frequentatori calano sotto le feste (“c’è sempre chi torna dalle famiglie o da qualche parente almeno per le feste”, anche se l’ospitalità dura poco, “passato il Capodanno tornano tutti”) e, comunque, sono molti meno di pochi anni fa.

Alla fine del decennio, del resto, è tempo di bilanci; alla fine di questo decennio ancora di più: quando era iniziato insieme allo scoppio della crisi, alla sola mensa della Rivana si presentavano il doppio delle persone di adesso. “Qualcuno si è sistemato”, conferma Massa che dietro ai fornelli prepara pesce, salsicce halal e cotolette di pollo per la deadline delle 12:30 mentre già prepara i cotechini per la sera dentro un altro pentolone adiacente, che verranno serviti insieme a pasta con due tipi di ragù, lenticchie e purè, qualche contorno e dolci natalizi.

Al suo fianco c’è Cinzia, anche lei volontaria da cinque anni in forze come cuoca in seconda. “Romolo se la cava ai fornelli?”, “Accipicchia se se la cava”, dice lei, “comanda persino il forno: senza di lui non fa niente”. Quando arriva il Natale poi, svela, “arriva qualche donazione in più, in forma spontanea, da privati. L’ultima è arrivata poco fa, in un caso invece era una pasticceria che ci ha consegnato le rimanenze. Le abbiamo messe in frigo e così abbiamo i dolci anche per domani”.

Alla mensa di Viale K si presenta sempre un microcosmo di umanità varia. Ci si conosce tutti, ma le storie sono le più diverse. “Adesso molta gente è riuscita a trovare da lavorare, qualche italiano invece ha iniziato a ricevere il reddito di cittadinanza e ora da mangiare riescono a farselo da soli. Qualcuno però torna perché lo sta perdendo”, spiega Massa, “ma comunque ci sono molte persone. Ci sono i più bravi e i meno bravi. C’è chi fa l’elemosina per non delinquere e invece chi invece arriva durante la pausa dal lavoro prima di tornare in carcere la sera, poi c’è chi non si è ancora sistemato”.

A prescindere da tutto questo, assicurano i volontari, “noi facciamo sempre del nostro meglio per tutti”.

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