Attualità
14 Novembre 2019
La Fials denuncia l'atteggiamento di chiusura del direttore generale di fronte alle criticità esposte e chiama a raccolta infermieri e Oss per valutare le azioni

Piastra chirurgica, nessuna conciliazione. Lo sciopero è vicino

di Redazione | 2 min

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Di fronte al “muro” eretto dal direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna con conseguente tentativo di conciliazione fallito, la Fials ha deciso di indire un’assemblea dei lavoratori  per il 22 novembre per valutare le azioni da intraprendere, inclusa la dichiarazione di sciopero, chiedendo nel contempo un incontro al sindaco di Ferrara.

Le istanze del sindacato sono ormai note e riguardano le criticità della piastra chirurgica a Cona, in particolare del blocco chirurgico 24 (56 circa tra infermieri e Oss), in seguito all’incremento delle sedute operatorie a partire dal 3 giugno scorso, con ritardi nell’incremento della dotazione degli Oss, su cui ricadono 72 turni di Pronte Disponibilità suddivisi su 10 operatori, con infermieri cessati “sostituiti all’ultimo minuto”, “quando – spiega la segretaria provinciale della Fials, Mirella Boschetti – per l’acquisizione delle necessarie competense servono molti mesi, con un infermiere a tempo determinato in scadenza, con infermieri costretti al cambio di setting chirurgico durante il medesimo turno di lavoro “dove c’è bisogno”, con variazioni frequenti della programmazione delle sedute operatorie “programmate”, e altro ancora”.

Non è servita la richiesta di un incontro urgente con i vertici aziendali e nemmeno, di fronte al rifiuto, l’aver proclamato lo stato di agitazione, perché, secondo quanto riferito dalla stessa Fials, in sede di conciliazione il direttore generale Tiziano Carradori ha tenuto un atteggiamento di “totale chiusura”. Un direttore generale “che si è profuso nell’autoelogio, quale risanatore della situazione economica dell’Aosp, materia non all’ordine del giorno, né messa in discussione”, oltre ad aver reagito “in modo piccato alle legittime osservazioni e richieste dei lavoratori quale atto, ad avviso della Fials, di “lesa maestà””, ma anche un Carradori “che ai dati oggettivi contrappone dati statistici incentrati sulle medie e allargati alla totalità degli operatori della piastra chirurgica, 118 unità (se non convinci, confondi)”.

Un comportamento di chiusura che, conclude la Boschetti, “va ulteriormente ad aggravare e ad appesantire il clima lavorativo che vede, oltre all’ansia e al disagio delle condizioni di lavoro, crescere anche il malumore tra i professionisti coinvolti”.

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