Lagosanto
5 Settembre 2019
I familiari dell'ex assessore dimessosi dopo essere stato pizzicato mentre comprava cocaina chiedono che la vicenda non venga strumentalizzata

Caso Cavalieri. La famiglia: “Luca ha sbagliato, ma la politica stia fuori”

di Redazione | 2 min

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Luca Cavalieri

Lagosanto. “Luca non è una vittima, ma non è un delinquente, È una persona che ha sbagliato e chiede di poter ricominciare in silenzio. Che i politici stiano fuori”. È netta la richiesta dell’avvocato Vasco Sisti, che rappresenta la famiglia di Luca Cavalieri, l’ex assessore alle Politiche giovanili del Comune di Lagosanto, dimessosi dopo essere stato pizzicato dai carabinieri mentre comprava cocaina.

“Quanto accaduto attiene esclusivamente alla sfera personale e privata di Luca Cavalieri e nulla ha a che vedere con gli incarichi politici, con la giunta e le funzioni istituzionali. Stanno facendo una grandissima confusione, mischiando l’aspetto politico con quello privato e personale”, afferma l’avvocato Sisti per conto della famiglia. “Cavalieri ha commesso un enorme errore, ma nell’ambito della sua vita privata, non nell’esercizio della carica di assessore. Non c’entra nulla pretendere dal sindaco delle dichiarazioni che non hanno alcun senso di esistere. Che presa di posizione può avere nella vicenda che riguarda il privato di un collaboratore?”, insiste il legale, riferendosi agli interventi della minoranza e poi di Paolo Calvano.

“Tra l’altro – osserva Sisti – continuando a rivangare e rimestare questo caso non si dà nemmeno la possibilità a questo ragazzo, che ha sbagliato e nessuno lo nega, di voltare pagina. La politica non c’entra nulla, utilizzare l’affaire Cavalieri per attaccare una giunta appena insediata e un sindaco che giustamente non prende posizione è un’operazione veramente non accettabile. La famiglia si oppone a che la vicenda di Luca, privata e personale, venga utilizzata per fini politici da chicchessia. Auspichiamo che Luca venga lasciato in pace e che possa cominciare una nuova fase ripartendo dagli errori che ha commesso. Non è strumentalizzando che lo si aiuta”.

 

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