Eventi e cultura
28 Marzo 2019
"Saturazione" in aprile e maggio. Il bilancio del primo anno della nuova gestione dopo l'"esternalizzazione hard"

Castello Estense, visitatori raddoppiati in 10 anni. Si rischia l’overbooking

di Elisa Fornasini | 4 min

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Il Castello Estense raddoppia il numero di visitatori nel giro di dieci anni e festeggia il primo anno della nuova gestione superando il traguardo dei 200mila visitatori. Sono “numeri eclatanti“, per usare le parole del vicesindaco Massimo Maisto, quelli presentati nella commissione consiliare per analizzare il bilancio 2018 e trarre indicazioni sul futuro del simbolo per eccellenza della città estense.

A un anno dalla “esternalizzazione hard“, come l’ha definita Ethel Guidi che dal 1° aprile sarà la nuova dirigente del Servizio Castello, il report consegna “risultati straordinariamente positivi” nel 2018, quando tutta la gestione del monumento è passata in mano a un’unica Ati che si occupa di museo, biglietteria, caffetteria e di tutti gli altri servizi per il pubblico.

Il trend di crescita è partito negli anni precedenti ed è stato consacrato l’anno scorso, quando il Castello ha registrato 201.746 presenze in 348 giorni di apertura, il 12,32% in più rispetto al 2017, con un aumento del 34,20% negli ultimi tre anni e di oltre il 100% rispetto ai 94mila visitatori del 2010.

Dati che portano su di sé nuovi problemi, come la “quasi saturazione” nei weekend di aprile e maggio in cui si concentra il 30% delle visite dell’intero anno. “Tra ponti festivi e gite scolastiche si rischia l’overbooking” commenta Maisto che invita l’amministrazione che verrà a “valutare variazioni dei prezzi infrasettimana per incentivare anche altri mesi, magari anche con la collaborazione dei privati”.

Un quinto dei visitatori sono stranieri, invariato rispetto al 2016 e 2017, e sono soprattutto francesi, inglesi, spagnoli e tedeschi. Le videoguide sono in cinque lingue (è stato aggiunto lo spagnolo) e c’è anche una videoguida nel linguaggio dei segni per i sordomuti.

Le entrate hanno raggiunto 1,4 milioni, in aumento dell’8,6% rispetto al 2017. Gli incassi della biglietteria relativi agli ingressi al museo, visite guidate e noleggio videoguide ammontano a 1,3 milioni (aumentati dell’8,4% rispetto all’anno precedente, a fronte della percentuale di visitatori paganti aumentata dall’83 all’86%) a cui si aggiungono gli incassi per attività didattica, noleggio sale, bookshop, canone caffetteria e bagno pubblico. Il totale delle uscite è di 1,1 milioni per un saldo positivo di 334mila euro.

Il saldo risulta più che raddoppiato rispetto al 2017 (144mila euro) ma non bisogna lasciarsi trarre in inganno: ciò è dovuto al calo del rimborso alla Provincia (per via delle tempistiche dei conguagli) e al contributo alla Fondazione Elisabetta Sgarbi, pari a 93mila euro messi a bilancio nel 2017 per attività di promozione della mostra. Nel bilancio 2018, invece, è stato riconosciuto un aggio di 159mila euro alla Fondazione che ha curato la collezione Cavallini Sgarbi.

Il costo medio del biglietto è di 6 euro, compreso il biglietto per accedere alla Torre dei Leoni, ma ‘solo’ il 40% dei visitatori, ovvero 80mila persone, percorre i 120 gradini ad alta quota. “L’ha fatto anche una signora che soffre di vertigini e poi si è lamentata con noi perché ha avuto i capogiri” racconta con un sorriso Guidi.

Tra visite guidate, visite tematiche, attività didattiche, escursioni nel fossato, riapertura della caffetteria al piano nobile, aperture serali straordinarie, mostre temporanee come l’attuale “L’arte per l’arte” della collezione Asp, l’indagine di customer satisfaction ha registrato una gradimento dell’85%.

Valorizzare di più la torre con eventi catering è la proposta di Claudio Fochi (M5S) parzialmente bloccata per problemi di capienza (20 persone alla volta) mentre Paola Peruffo (FI) chiede nuove attività di didattica museale e una soluzione per aumentare i turisti stranieri. Un’idea, giunta da Mauro Vignolo (Pd) e ripresa da Alessandro Balboni (FdI), è quella di migliorare la comunicazione 2.0, accolta da Maisto che si dice d’accordo sulla necessità di un social media manager, “una figura da inserire in una futura esternalizzazione”.

Intanto si celebra questa “impennata, affinché sia da traino per l’intero sistema turistico ferrarese” è l’auspicio del vicesindaco che poi attacca Matteo Fornasini (FI) che nel convegno “Benvenuti a Ferrara? Luci e ombre del sistema turistico” in Castello “ha detto diverse bugie e nessuna idea: il Castello ha uno dei rapporti pubblico-privato più forti, non interessa i cosiddetti amici degli amici e gode di una collaborazione a 360° con le realtà locali”. Pronta la replica del consigliere forzista: “È una polemica al limite della correttezza, abbiamo proposto di aumentare i contributi comunali al Consorzio Visit rispetto agli attuali 30mila euro all’anno perché se non ci crediamo noi non lo farà nessuno”.

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