L'inverno del nostro scontento
19 Marzo 2019

Risposta a Ilaria Baraldi

di Girolamo De Michele | 4 min

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Ci sono voluti due mesi per una risposta che non risponde alle mie 11 domande: ne prendo atto, e ci metto una pietra sopra.

Dice Baraldi, che il mio tono usato non va bene: avrei voluto altrettanto pelo sullo stomaco quando i suoi dirigenti (non lei, per carità!) hanno sottoscritto un memorandum nel quale si chiamano “salvataggi” i rimpatri forzati, “campi di detenzione” i lager, “marina militare libica” aguzzini e commercianti di esseri umani senza scrupoli, “Libia” una fazione militare – ma che te lo dico a fare?

Dice Baraldi che lei non condivideva la linea del suo partito: ma io non mi rivolgevo alla persona privata, che non conosco e non so che mestiere faccia nei suoi uffici senza climatizzatore; mi rivolgevo alla segretaria di un partito, che non può rispondermi, come quello della Banda dell’Ortica, che a quell’ora è quasi sempre via. Fatto è che con il suo trucco retorico conferma, se mai ne avessi avuto bisogno, quell’uso del linguaggio in politica che il mio blog (e io, come insegnante che queste cose le insegno) combatte da quando esiste, senza fare sconti neanche alla destra – che sia Grillo o Naomo, mons. Negri o Salvini o Zappaterra (ah, già: quella è del PD). E senza giocare a chi è più di sinistra: per quello basta restare sul posto, ci pensano loro del PD a scivolare sempre più a destra.

Dice Baraldi che la critica di Marco Revelli non la chiama in causa, perché lei non ha neanche un ufficio climatizzato: senza chiedersi perché non io, che non conto niente, ma uno come Marco Revelli (devo spiegare chi è Marco Revelli? Spero di no) sia un accusatore del PD, invece di esserne un esponente di rilievo – come è capitato con Stefano Rodotà, per dire.

Dice Baraldi che lei ha rilasciato una (generica) dichiarazione di presa di distanza dalle politiche di Gentiloni e Minniti: ma non risponde alla domanda su Marcella Zappaterra, che si dichiara contenta che con Minniti non ci fosse “tutto questo buonismo”.

Dice Baraldi che gli amministratori del PD (ed è vero, lo riconosco) gestiscono situazioni complicate: ma non risponde alla domanda sul perché la criminalizzazione di Mimmo Lucano sia iniziata con i governi del PD.

Dice Baraldi che il vero pericolo è “la perversa idea che l’immigrazione generi di per sé insicurezza sociale”: ma dimentica che quella perversa equazione sono stati Minniti, Gentiloni e Franceschini a sdoganarla.

Dice Baraldi che il PD ha fatto anche cose buone, ad esempio Mare Nostrum e Triton; verissimo: ma è un’aggravante, non un’attenuante, rispetto all’aver poi fatto il salto della quaglia al prezzo di migliaia di morti, torturati, detenuti, dopo aver fatto Leopolde con la foto del bambino curdo annegato. E già che ci siamo: perché quei governi non hanno recepito le richieste della Marina Militare di modificare le norme sull’accoglienza, come del resto lo stesso PD aveva promesso sia nel 2008 che nel 2013, abrogando l’infame legge Bossi-Fini – il che avrebbe aiutato quegli amministratori locali di cui sopra? Perché il PD, invece di rivolgersi a cittadini e cittadine e chiedere il loro voto con una chiara proposta di civiltà, ha preferito compromettersi non con la pattuglia di deputati alfaniani fuoriusciti dal Forza Italia, ma con i ceti sociali dei quali Alfano era il garante: quelli che oggi Zingaretti chiama “forze nobilmente conservatrici”.
E oggi, il presidente del consiglio del memorandum con la Libia Gentiloni è presidente del PD, Anna Ascani, che pensa e dice come Salvini e Di Maio che “se arrivano meno immigrati vuol dire che ne muoiono di meno in mare” ne è la vicesegretaria, Minniti e Franceschini sono membri della direzione.

Resta che c’è nelle strade e nelle piazze una moltitudine di donne, uomini, student@ che sta cominciando a reagire al razzismo, al fascismo, alla Vandea oscurantista: spontaneamente, senza bisogno di leader o partiti. Il Pd cerca di metterci sopra il cappello, fingendo di non sapere che quel cappello è lo stesso elmetto militare che era sul tavolo quando fu firmato il memorandum con la Libia che, lo ripeto, ha causato migliaia di morti, torturati, deportati.

E mentre scrivo questa risposta, la nave Mare Ionio salva dal naufragio 49 migranti e cerca un porto italiano. La nave Mare Ionio, con l’operazione Saving Humans, è in mare da 6 mesi, nel corso dei quali il PD non ha detto una sola parola in sostegno a questa operazione umanitaria. Dire quella parola era una delle risposte che chiedevo: ma, dice Baraldi, ci vorrebbero più tempo, più spazio, più righe, per dire (quasi) tutto quello che si pensa su argomenti come il riconoscere dove si è persa la strada e come si sta cercando di ritrovarla come se fosse antani con la supercazzola prematurata, con lo scappellamento a destra. E intanto quella parola non le viene proprio fuori: capita, quando non si ha niente da dire per dire il niente che si ha da dare.

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