Comacchio
1 Marzo 2019
Voto unanime alla mozione per mantenere i crateri a Comacchio. L'opposizione chiede "più di due reperti", Fabbri: "Non è una lotta con Ferrara, nè questione personale: non ho bisogno di consenso". Cornelio silente "per evitare diatribe personali"

Museo Delta Antico, mozione in Consiglio: “Da anni lottiamo per quei vasi, il Polo li negò dall’inizio”

di Redazione | 4 min

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di Giuseppe Malatesta

Comacchio. Conquista l’unanimità in consiglio comunale la ‘Mozione Righetti’ a tutela dei reperti del Museo Delta Antico, presentata dal capogruppo di maggioranza Alberto Righetti a pochi giorni dalla scadenza del prestito dei due vasi attici concessi a Comacchio dal Museo Archeologico Nazionale di Ferrara.

Il dibattito in sala consiliare ha ricompreso anche le varie dichiarazioni di voto favorevole da parte dei cinque consiglieri di opposizione (tranne che di Maura Tomasi, assente ma favorevole alla mozione) ed ha illuminato gran parte delle zone d’ombra della vicenda che dal 16 febbraio impegna le parti in causa tra appelli al popolo, flash mob e risoluzioni in Regione.

Incalzati dalla consigliera Sandra Carli Ballola (La Città Futura), che seppur promuovendo la mozione non manca di criticare il metodo della “mobilitazione popolare dell’ultimo minuto per un Museo senza un’identità definita”, Righetti, il sindaco Marco Fabbri e il dirigente comunale Roberto Cantagalli ripercorrono i fatti dell’ultimo biennio chiarendo anche la posizione della direttrice del Museo stesso, Caterina Cornelio. “Non si è mai sentita” dice Carli Ballola.

“Ringrazio chi per amore del suo lavoro svolge gratuitamente quell’incarico – dice Fabbri – fornendo da anni un prezioso supporto scientifico. Cornelio ha espresso in maniera elegante la sua opinione, preferendo non scendere in diatribe che potevano essere percepite solo di natura personale. Ricordo che parliamo dell’ex direttrice del Museo Archeologico di Ferrara, un museo che ama e che ritiene possa benissimo convivere con il Delta Antico. Certamente – prosegue Fabbri – il nostro Museo non può essere concepito come una succursale estiva dell’altro, come qualcuno propone in questi giorni: non è una questione di rivalità tra Ferrara e Comacchio, quel che dovrebbe importare è portare alla luce patrimoni nascosti e non visibili, come i due vasi attici, esposti a Ferrara solo un paio di volte per periodi brevi”.

Il voto unanime rincuora Fabbri (“Credo che al di là delle differenti visioni, mantenere un’unitarietà su questo tema sia una vittoria della comunità”), che smonta le percezioni di chi (Carli Ballola) vede nella sua battaglia “un’operazione politica più che culturale, un tentativo di riscatto o di recupero del consenso dopo la pesante querelle Ex Cercom”.

Non ho bisogno di guadagnare consenso, non ci sono elezioni in vista” replica. Poi ringrazia la Lega Nord (“che ha cambiato idea”), mentre il consigliere Umberto Cavallari informa che “l’onorevole Maura Tomasi si è già rivolta al Mibac e sta verificando la possibilità di lasciare i reperti a Comacchio”. Fabbri ringrazia infine il consigliere Emanuele Mari, che con Forza Italia ha chiesto al Ministero una proroga del prestito dei due reperti: “Seguiremo quella strada. Grazie all’onorevole Bignami, che si mostra preparato e competente: dovrebbe essere una caratteristica di tutti coloro che siedono in Parlamento”.

Il pensiero comune dei consiglieri di opposizione – Carli Ballola, Mari, Piero Fabiani (Pd), Veronica Negri e Umberto Cavallari (Lega) – è che sia necessario lavorare per portare a casa un risultato ben più significativo della proroga di un prestito: Comacchio sa e vuole essere custode dei reperti di Spina, a maggior ragione se Ferrara deve conservarli nei suoi depositi e non valorizzarli.

A tal proposito, Righetti ricorda che nel 2016, a conclusione del progetto scientifico che diede alla luce il Museo, la rappresentante del Polo Museale regionale Paola Desantis (attuale direttrice dell’Archeologico di Ferrara) espresse a nome dell’ente parere negativo alla concessione dei due vasi a Comacchio, in quanto era prevista una loro valorizzazione nell’allestimento ferrarase. La Desantis inoltre – riporta Righetti leggendo i verbali della conferenza dei servizi di gennaio 2016 – lamentò il mancato coinvolgimento del Polo nel progetto di allestimento del Delta Antico. Gli amministratori comacchiesi fecero presente che l’ente di recentissima istituzione non poteva essere coinvolto in un processo che durava quantomeno dal 2012. Il parere conclusivo di Desantis sull’allestimento prospettato fu “comunque in linea di massa positivo”. Per Righetti, tutto ciò dimostra che “l’amministrazione comunale si è mostrata fin dall’inizio contraria alla decisione di un prestito in scadenza”.

Lo spiega ancor meglio il dirigente culturale comunale Cantagalli, chiamato anche lui in causa da Carli Ballola. “Non è mio compito esprimere valutazioni di natura politica – premette –, mi limito a dire che sentir parlare in questi termini di un museo che gode di attenzione e stima da parte di professionisti e tecnici museali e che è considerato un modello nazionale mi ferisce. Nessuno avrebbe interloquito con noi se non fossimo stati credibili e chi dice che il Delta Antico non ha un’identità dimostra di non conoscere l’importanza di un museo del territorio”.

“Questi vasi non erano destinati a Comacchio: il parere contrario espresso in conferenza dei servizi lo dice chiaramente. Ci siamo attivati immediatamente allora – spiega Cantagalli – per ottenere un prestito temporaneo annuale, prorogato poi di un ulteriore anno. Abbiamo chiesto costantemente di trasformarlo in deposito e continuiamo ancora a farlo. Auspicavamo di potesse arrivare al risultato sperato confidando sul buon senso delle parti, ma ci sbagliavamo. Per ragioni diverse non è andata come volevamo: da qui la mobilitazione”.

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