Comacchio
16 Febbraio 2019
In scadenza i prestiti dei due reperti 'simbolo', torneranno a Ferrara. "Vogliono smantellare la nostra storia per un capriccio, stavolta non ci fermeremo. Non voglio credere sia una dispetto politico". Sostegno da Calvano e Zappaterra: "Grave danno al territorio, prevalga il buon senso"

“Giù le mani dal Museo Delta Antico”, Fabbri/Comacchio si ribella al Polo Museale

di Redazione | 6 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

di Giuseppe Malatesta

Comacchio. Si appella alla sua comunità il sindaco Marco Fabbri, che in vista del 4 marzo scende in difesa del museo cittadino del Delta Antico per scongiurare il trasferimento di due importanti reperti ‘simbolo’ del museo stesso, due crateri monumentali concessi in prestito dal Nazionale di Ferrara.

“Mi appello alla sensibilità, al senso di appartenenza, all’amore che lega i miei concittadini a Comacchio e alla sua storia millenaria per chiedere il loro sostegno al fine di scongiurare un evento triste e profondamente ingiusto” scrive Fabbri spiegando poi la sorte dei due reperti in questione, uno recante scene della Guerra di Troia, che si staglia nella sezione di Spina dedicata al Simposio (e che a Ferrara giaceva in deposito da circa 10 anni), e l’altro con ritratto Teseo che sconfigge il Minotauro.

“Questi reperti fra pochi giorni dovrebbero lasciare per sempre il Museo per un volere incomprensibile, insensibile ed inaccettabile di alcuni funzionari e di qualche dirigente del Polo Museale regionale. Non voglio credere ci sia un disegno politico dietro, piuttosto il capriccio di qualche tecnico un po’ frustrato – aggiunge Fabbri – che ritiene opportuno smantellare la nostra storia. Serve una mobilitazione perché non possiamo permetterci di perdere i due vasi in questione: mi auguro che anche su questa pagina la comunità sia coesa verso l’obiettivo”.

Per rafforzare il concetto, Fabbri ricorda la nascita entusiasmante della realtà museale del Delta Antico, avvenuta nel 2017 “dopo un secolo di attese, delusioni e speranze di una comunità che in uno dei momenti più dirompenti della sua storia, le grandi bonifiche del Novecento, ha visto aprirsi uno squarcio sulla grande storia, riappropriandosi, con la scoperta di Spina, delle proprie millenarie radici. Una comunità oggi fiera e orgogliosa del suo passato”.

Quello che rischia di subire Comacchio “è un atto di arroganza, una decisione incomprensibile, illogica e contraddittoria, espressione di anacronistici rapporti di forza che non possiamo più accettare e subire”. Entrando nel merito, il sindaco spiega che l’elenco dei reperti per i quali è stato richiesto al Ministero il deposito permanente al Museo Delta Antico è stato stilato su suggerimento del Comitato Scientifico e della stessa Soprintendenza, in perfetto accordo e con l’assenso della direzione del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara”.

“L’avvento della riforma del Ministero per i Beni Culturali, la nascita del Polo Museale e l’avvicendamento nella direzione del Museo di Ferrara, hanno cambiato le carte in tavola, sicché a soli due giorni dalla conferenza dei servizi conclusiva dell’iter progettuale del museo, il Comune di Comacchio apprendeva che un apparato di quello stesso Ministero, che aveva suggerito di sviluppare un preciso progetto espositivo che prevedeva la centralità dei due crateri monumentali in menzione, aveva drasticamente mutato idea, esprimendo parere contrario al deposito e negando ciò che in precedenza aveva addirittura sostenuto e proposto”.

“Su nostra forte ed immediata sollecitazione il parere contrario al deposito si è trasformato nel prestito temporaneo di imminente scadenza, un prestito che si configura quale ‘gentile e graziosa concessione ad una comunità che, a parere del Polo Museale, non meriterebbe di poter custodire in modo permanente i tesori più preziosi ereditati dai propri antenati. Una concessione che, non solo è sprezzante degli impegni precedentemente assunti da un apparato statale, ma che appare assolutamente irrispettosa delle attese della comunità e dell’impegno profuso, con straordinario entusiasmo, da decine di cittadini a tutti i livelli”.

La sottrazione dei due crateri, come prospettato dal Polo Museale, imporrebbe a Comacchio di rivedere lo sviluppo narrativo del museo, di ristampare la guida, di aggiornare gli apparati didascalici e quelli multimediali e didattici, sostenendone i relativi costi e, soprattutto, priverebbe il museo dei suoi simboli, a soli due anni dall’inaugurazione.

“L’atteggiamento del Polo – continua Fabbri – denota una visione sconcertante: il Museo Delta Antico non potrà mai ambire ad essere un punto di riferimento per ciò che afferisce la storia di Spina. Ci diranno che siamo i soliti comacchiesi intrattabili, che dovremmo accontentarci di ciò che ci viene concesso, che non dovremmo alzare troppo la testa, ci diranno che non siamo collaborativi, che siamo chiusi, intrattabili, irascibili. Questa volta non ci fermeremo. A chi ci contesterà di non essere collaborativi con il Polo Museale, le cui decisioni unilaterali dovremmo subire passivamente, ricorderemo che già da tre anni stiamo collaborando con uno dei poli Museali più importanti al mondo, ossia quello che gravita attorno al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che considera Comacchio degna di ospitare i grandi tesori della storia dell’uomo”.

“Se da un lato siamo pertanto risolutamente convinti che non si possa prescindere dalla collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e con le sue articolazioni territoriali, siamo anche nel contempo persuasi che la collaborazione per essere tale debba svilupparsi sulla correttezza e sul reciproco rispetto. Qui è in gioco la nostra dignità, la possibilità di continuare a sviluppare una forte progettualità per valorizzare la nostra storia, è in gioco il diritto di riappropriarci delle nostre radici culturali per proiettarci più saldi verso il futuro”.

“Questo è il momento di agire – conclude il sindaco -. Lo dobbiamo a coloro che prima di noi hanno posto le premesse per l’apertura del Museo e per le future generazioni, che ne garantiranno il ruolo di cuore pulsante della città. Nei prossimi giorni comunicheremo le iniziative di mobilitazione che verranno messe in atto qualora il Polo Museale dell’Emilia Romagna non desistesse dal suo infausto proposito”.

Sulla questione, a sostegno di Fabbri, intervengono prontamente i consiglieri regionali Paolo Calvano e Marcella Zappaterra. “Certamente chi ha preso quella decisione non è consapevole di cosa abbia significato quel progetto per Comacchio, dell’impegno e della partecipazione che ha generato in quella comunità e del grande riscontro che quell’investimento sta avendo nel territorio. Noi che abbiamo seguito il progetto in questi anni, abbiamo colto non solo l’entusiasmo che lo ha accompagnato, ma la determinazione nel cercare di uscire da stereotipi che in passato hanno danneggiato quella parte del territorio, che pareva vedesse il suo futuro solamente nello sviluppo edilizio e nelle attività balneari. Il Delta Antico e l’importante investimento fatto in ambito culturale, segnalano la volontà di intraprendere un percorso nuovo che punta su qualità, sostenibilità, valorizzazione delle eccellenze. Questa scelta non va punita, ma sostenuta perché serve a Comacchio e a tutto il territorio ferrarese”.

“Alla politica e alle istituzioni, come agli organi territoriali del Mibac, si chiede di fare sistema per rendere competitivi interi territori. Comacchio è un’eccellenza. Ritengo – scrive Zappaterra – che la scelta che si vuole compiere non rappresenti solamente un danno grave al Museo di Comacchio, ma un danno a una visione di futuro nel quale il territorio ferrarese vuole crescere guardando sia al centro che alla periferia, in una logica di complementarietà e non di contrapposizione. A Ferrara i crateri al Museo di Spina non aggiungono praticamente nulla e infatti non erano esposti, mentre a Comacchio ormai sono un simbolo: portarli via farebbe pensare a un dispetto o a una punizione. Non credo assolutamente che siano queste le intenzioni perciò chiedo di far prevalere il buon senso”.

Per Calvano, “tutte le Istituzioni dovrebbero farsi carico di questo appello, perché quel museo è un punto di riferimento importante per il sistema culturale ferrarese ed emiliano-romagnolo ed inoltre rappresenta una grande occasione di destagionalizzazione dell’offerta turistica di Comacchio e dei nostri lidi. Auspico che tutte le forze politiche di governo e di opposizione parlino con voce unanime per trovare una soluzione. Per questo mi auguro che la risoluzione che presenteremo a riguardo in consiglio regionale sia condivisa da tutte le forze politiche”.

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