Cento
17 Gennaio 2019
Il Comune di Cento aveva già revocato i fondi e il proprietario aveva tentato, inutilmente, il ricorso al Tar

‘Furbetti’ del terremoto. La storia dell’ultimo immobile sequestrato

di Redazione | 5 min

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XII Morelli. Il sequestro di 362mila euro da parte della Guardia di Finanza a R.B., imprenditore agricolo con un carico pendente per truffa relativo al beneficio dei contributi a favore della ricostruzione post-sisma per un deposito diventato poi un casa con la classe energetica ‘A’ certificata in via Monsignore di Sotto a XII Morelli, è solo l’ultimo passo di un contenzioso aperto ormai quasi due anni fa quando si scoprì che il proprietario dell’immobile aveva mentito sull’entità dei danni subiti poiché l’immobile era lesionato da prima del sisma.

I dettagli della vicenda, già pubblici, si trovano scandagliato lo storico degli atti del Comune di Cento — che aveva chiesto la restituzione delle somme versate all’imprenditore e ora sequestrate già nel marzo dell’anno scorso — e del Comitato Verifica Ricostruzione, un comitato di cittadini attivi come ‘secondi occhi’ del processo di ricostruzione post-sisma, che aveva seguito e segnalato il caso parallelamente all’avvio delle prime verifiche.

La vicenda, dopo il primo rilievo dei tecnici a ridosso del sisma il 6 giugno 2012 che confermano l’inagibilità dello stabile disposta con un’ordinanza dal sindaco perché parzialmente crollato, prende vita due anni dopo quando l’uomo, il 16 giugno del 2014, presenta tramite la piattaforma Mude la domanda di contributo.

Parte quindi l’iter amministrative, e il proprietario presenta le varie integrazioni richieste e si presenta ai colloqui con i geometri mentre gli uffici del Comune acquisiscono le foto scattate dalle auto di Google Street View del 2010 prima, nelle quali foglie e piante rampicanti coprono la struttura, e del 2014 poi, quando invece era possibile apprezzare l’immobile danneggiato. I danni quindi c’erano, ma non era possibile determinare o meno se fosse stata ‘colpa’ del terremoto.

Così, presupponendo la buona fede della richiesta, all’inizio del 2015 viene quindi dato il primo via ai contributi per la demolizione e la ricostruzione del deposito che ai primi aprile dello stesso anno vengono integrati fino a raggiungere il totale di 361.248,42 euro che vengono erogati in varie tranche il 28 aprile, il 16 giugno, il 9 luglio e il 3 giugno del 2016 a completamento dei lavori.

La tranquillità durerà però meno di un anno: nel frattempo la Guardia di Finanza procede ad altri controlli, si presenta negli uffici Mude del Comune e acquisisce i dati del sistema informativo territoriale scoprendo due lesioni al tetto dell’immobile risalenti al 2008 e al 2011, non dichiarati nella pratica presentata dal proprietario, dimostrando l’inagibilità del fabbricato da prima del terremoto.

Il 13 e il 15 febbraio del 2017 poi in via Monsignore di Sotto si presenta una pattuglia della Municipale che verifica come l’immobile non sia utilizzato, in violazione dell’ordinanza regionale sui contributi a beneficio della ricostruzione che impone come chi li riceva è tenuto “a dimostrare l’effettiva utilizzazione dell’immobile produttivo in proprio o da parte di terzi o a comunicare al Comune la disponibilità all’affitto, locazione, comodato”.

Sullo stesso immobile si addensavano nello stesso periodo anche i dubbi del Cvr, che in un report delle proprie attività segnala di aver presentato un esposto alla Procura di Ferrara per lo stesso stabile appena un mese dopo, il 17 marzo.

Il Comune procede quindi alla revoca dei fondi assegnati con’ordinanza sindacale risalente al 28 marzo 2018 dopo aver bollato come inammissibili una foto non datata del tetto con un buco che Bersani asseriva essere “un camino che è stato riparato nel periodo di fine 2011 inizio 2012″ — per il Comune quella foto mostra solo una delle lesioni accertate — e una dichiarazione che informava l’ente del fatto che “i locali di cui si fa riferimento vengono utilizzati come in precedenza prima del sisma dai miei famigliari per aiutarmi per far continuare le mie lavorazioni”.

Al proprietario viene quindi chiesto, mentre al contempopartono  le prime fasi dell’inchiesta per truffa, di risarcire al Comune tutti i 362mila euro oltre agli interessi entro 60 giorni. R.B. però non ci sta, e poco prima della scadenza dei termini si affida a un avvocato e fa ricorso al Tar contro l’atto, che l’ente decide di difendere in giudizio, il quale però alla fine di agosto gli dà torto. Fino all’epilogo di ieri, quando a titolo preventivo le fiamme gialle hanno provveduto a sequestrargli beni pari all’importo da restituire alle casse pubbliche attivando anche la Corte dei Conti.

“Quella pratica è una delle 137 che abbiamo segnalato alla procura, una delle prime che si avvia al processo penale a Cento. Noi ce l’abbiamo con il sistema che va dai mancati controlli ai tecnici che hanno giurato il faso. Quei 137 casi sono tutti così, e al procuratore ieri ho detto proprio questo: ci si meraviglia che i controlli che dovrebbero fare i sindaci e gli uffici comunali non vengono fatti e invece vengono fatti dalla Finanza su nostra segnalazione”, tuona quindi il portavoce del Cvr Marco Mattarelli, al quale però risponde il Comune che in una nota stampa conferma la bontà delle verifiche: “Il caso in questione è emerso da controlli incrociati dell’ufficio Mude del Comune di Cento e della Tenenza della Guardia di Finanza di Cento, che lavorando in sinergia hanno riscontrato come sulla struttura fossero già presenti lesioni della copertura in un periodo antecedente alle scosse del 2012. Si sono susseguite tutte le verifiche, fra cui il sopralluogo della nostra Polizia Municipale che ha accertato come l’immobile non fosse utilizzato, fino alla revoca del contributo. Non sono mai venuti meno, e ancora proseguono, i controlli da parte degli uffici comunali. Tanto che le istanze rigettate sono 23. Dal giugno 2016 sono state 7 le revoche: 4 senza restituzione dei contributi, 3 con restituzione, anche parziale dei fondi. Prosegue inoltre l’attività di specifica ricognizione sui subappalti nei cantieri della ricostruzione, sempre nell’ottica della tutela della legalità e di tutte le realtà economiche coinvolte”.

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