Attualità
23 Novembre 2018
Articolo 1: “La decima vittima del 2018 nella nostra provincia, per Ferrara triste primato in regione”

Morire di lavoro a 68 anni

di Redazione | 3 min

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(immagine di repertorio)

Mercoledì mattina a Bosco Mesola si è verificata l’ennesima tragedia sul lavoro. La vittima è un operaio di 68 anni, la 644ma sul luogo di lavoro in Italia dall’inizio dell’anno, secondo le stime dell’Osservatorio Caduti sul Lavoro. La 1250ª contando anche gli incidenti in itinere. Numeri orribili, che non fanno che aumentare: il 5% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La decima vittima del 2018 nella nostra provincia, triste primatista assoluta in regione. Dato che diventa impressionante e balza ai primi posti delle classifiche nazionali, se rapportato al numero di lavoratori del territorio.

Dietro le doverose e imprescindibili statistiche, ci sono però le persone. Donne e uomini a cui viene strappata la vita da un destino assurdo e ingiustificabile, lasciando dietro di loro un vuoto incolmabile, affettivo e troppo spesso anche economico.

Il sentimento di dolore per questa nuova disgrazia è grande, insopportabile. La morte sul lavoro può e deve essere evitata con ogni mezzo disponibile, materiale e legislativo. Il rispetto da parte di lavoratori e datori di lavoro delle norme di sicurezza esistenti, l’utilizzo dei sistemi di protezione e l’applicazione delle buone prassi sono comportamenti irrinunciabili, cui né per fretta, leggerezza e esigenze economiche è possibile derogare. Purtroppo, in un mondo del lavoro sempre più guidato dalla logica della gara al ribasso, ciò accade invece di continuo. Lavoratrici e lavoratori non più persone, ma numeri e costi da abbattere.

Vogliamo a tal proposito introdurre un’ulteriore riflessione. Non è ammissibile che una persona, a 68 anni, sia ancora in attività lavorativa. Soprattutto nel caso di mansioni usuranti, pericolose e impegnative che richiedono elevati livelli di forza fisica, energie e riflessi. Riteniamo che a questa età ogni donna e uomo abbia maturato il diritto di godere del meritato riposo, dedicandosi ai propri cari. Nessuno dovrebbe essere costretto a lavorare per poter garantire la propria sussistenza e quella della propria famiglia, oltre una certa soglia anagrafica. Uno stato che non solo tollera, ma rende obbligatori questi casi, non adempie al proprio ruolo, abdicando al dovere costituzionale di garantire a ciascuno il diritto ad una esistenza dignitosa, anche predisponendo opportuni programmi previdenziali ed assistenziali.

Articolo 1 – Mdp ritiene pertanto sia necessaria, oggi più che mai, una completa revisione della normativa in materia di lavoro, che rimetta al centro il lavoratore, i sui diritti, la sua sicurezza, la sua dignità. Superando quindi norme quali Jobs Act e Riforma Fornero che, a nostro avviso, hanno costituito un sostanziale arretramento per quanto riguarda i diritti e le tutele duramente conquistati in decenni di lotte. Unendoci al dolore della famiglie delle vittime, assieme a tutte le lavoratrici, i lavoratori e le organizzazioni sindacali oggi ancor più vigorosamente vogliamo ribadire che non si può morire di lavoro.

Il coordinamento provinciale di Articolo 1 – Mdp di Ferrara

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