di Camilla Mondini
Ci troviamo nella zona Corti di Medoro (ex Palazzo degli specchi), uno spazio ormai ricco di attività commerciali e di residenti. Sono 144 gli appartamenti per un totale di circa 600 persone in aggiunta alle attività commerciali, racconta Giulia Alice Cristofori, proprietaria del bar “L’angolo del caffè”. Un bar che nasconde una storia di passione e di coraggio.
Giulia, infatti, terminati gli studi in giurisprudenza decide di aprire la sua attività “Terminati gli studi ho capito che non era la strada giusta per me – racconta -. Amo il confronto con il pubblico e stare in mezzo alla gente. Ho intrapreso questa attività proprio per questo motivo e chiacchierando con la mia amica Michela ho deciso di dare vita al progetto che stiamo presentando oggi”.
Quante volte, finito un libro, capita di lasciarlo impolverato sulla libreria? O rischiare addirittura di dimenticarlo? È proprio da questo concetto che parte il progetto “dai libri alla vita”.
“L’idea è che ognuno doni a questo spazio i libri già letti o dimenticati sulla libreria. – spiega Giulia – Penso che possa essere un modo di stare insieme e condividere spunti di riflessione interessanti anche tra sconosciuti. Il mio bar non è solo un luogo in cui si prende il caffè o si fa aperitivo, vorrei che diventasse un luogo in cui promuovere l’importanza delle interazioni sociali in una società che ci porta sempre più verso la comunicazione dietro gli schermi. Abbiamo vissuto anni duri a causa della pandemia e penso che i giovani, anche per necessità, abbiano trovato conforto in un uso smodato del social. È importante coinvolgere tutte le fasce di età alla socialità e al confronto faccia a faccia. Dietro un libro non c’è solo la persona che lo legge ma anche, e soprattutto, un vissuto”.
Uno dei primi libri ad approdare nelle librerie del locale fu “Cose di Cosa Nostra” di Falcone, un libro che Giulia ricorda con particolare emozione vista la sua tesi di laurea sul tema del 41-bis.
Presente all’incontro anche Riccardo Bizzarri, accompagnato da alcuni esponenti dell’Udc, che ha sposato da subito il progetto: “Da tempo sono diventato il “vicino di casa” di Giulia perché ho un ufficio qua e mi raccontò spesso che voleva che il suo bar avesse anche una funzione sociale. Ogni giorno vengo qua per prendere il caffè proprio perché mi dà l’idea di convivialità e famiglia. Credo che l’idea di dare una seconda vita ai libri sia vincente e apprezzo e ammiro molto la sua storia e il suo coraggio”.
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