di Simone Pesci
Ferrara si stringe nuovamente per ricordare i propri cittadini caduti per mano fascista. Due giorni dopo la 75esima ricorrenza dell’eccidio del Castello, nella mattinata di sabato il sindaco Tiziano Tagliani si è recato presso il cippo del Doro, che commemora i sette uomini uccisi all’alba del 17 novembre 1944.
E’ di nuovo un’occasione, precisa Tagliani, per “conoscere più che ricordare”, perchè i sette nomi e cognomi iscritti sulla lapide “fanno parte della storia di questa città, e nei confronti dei quali ci sentiamo debitori”.
“Queste tragedie – prosegue il sindaco – sono riconducibili alla violazione delle norme e dei principi fondamentali dell’uomo. Ed è proprio da quelle esperienze che è nata la Costituzione, che non è una legge come tutte le altre. La prima parte non è modificabile, ed è segno che facciamo parte di una storia, quella dell’umanità, nella quale riconosciamo a ogni persona dei diritti e dei valori non modificabili, legati a dignità, libertà di spostarsi e di espressione”.
Questo deve essere il motore che, ogni anno, spinge tutti a commemorare e a “dare onore a queste persone, non solo perchè hanno dato la vita per questi principi, ma perchè ci chiedono dal loro passato di fare in modo che questo Paese, e questa città, si ricordi che la libertà è il risultato di uno sforzo individuale”.
Tuttavia l’impegno di “ciascuno di noi deve essere quotidiano”, perché ogni giorno si è chiamati a “ripensare cosa si sta facendo per salvaguardare la ragione per la quale i nostri concittadini hanno dato la loro vita nel 1944”.
Ad ascoltare le parole di Tagliani erano presenti le classi quarte e quinte della scuola primaria Doro, i cui alunni, insieme ai loro insegnanti, hanno letto poesie e pensieri di partigiani.
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