Attualità
13 Novembre 2018
Il 60% dei fondi regionali riservati alle case famiglia. Rafforzata la rete a sostegno della domiciliarità. Tavolo tecnico per l'individuazione dei criteri per le dimissioni difficili

Sospeso il mese gratuito in Rsa, ma ci sono 37 milioni per l’assistenza agli anziani

di Redazione | 3 min

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Attenzione sempre alta e azioni condivise con sindacati e associazioni del terzo settore. In questo modo, il Comune di Ferrara e i tre distretti sanitari locali agiscono nella direzione di centrare un obiettivo comune importante, quello del sostegno alla domiciliarità e alla residenzialità dei pazienti anziani non autosufficienti e delle persone adulte affette da disabilità.

Queste due categorie sono infatti quelle che occupano un maggiore capitolo di spesa dei fondi regionali (Frna) e statali (Fna) che vengono elargiti sul territorio provinciale.

Per il 2018 il Frna – “finanziamenti da utilizzare per interventi per la non autosufficienza” fa sapere Nicoletta Natalini, direttrice sanitaria dell’Azienda Usl – è pari a 36.931.716 euro, che sono stati già divisi per ognuno dei tre distretti: a quello Centro Nord andranno 18.855.892 euro; a quello Sud Est 10.885.892. euro e a quello Ovest 7.300.344 euro.

Ancora non si sa nulla dei Fna, anche se “calerà rispetto allo scorso anno, quando ci era stato riconosciuto un importo di circa il 10% di quello regionale” spiega l’assessore comunale alla Sanità e ai Servizi alla persona Chiara Sapigni.

Il piano previsto con quei quasi 37 milioni di euro prevede, per gli interventi inerenti alla popolazione anziana, una cospicua quota, circa il 60%, da riservare ai servizi residenziali definitivi. Sarà altresì rafforzata la rete di servizi a sostegno della domiciliarità per le persone non autosufficienti, quali sono gli interventi al domicilio da parte di Oss, assegni di cura, frequenza di centri diurni e ricoveri temporanei di sollievo per le famiglie.

Da luglio 2017 a Ferrara è inoltre attivo il progetto Cdca (Centro di dimissione e continuità assistenziale), al quale è stato collegato il progetto sperimentale che prevedeva, per il primo mese, un periodo gratuito di inserimento nelle case di residenza per anziani e nelle case di residenza sanitaria assistita. Di questo ne hanno beneficiato 630 utenti in tutta la provincia.

Se la parola chiave resta domiciliarità, nel 2018 era stato deciso di incrementare la quota a sostegno di quello che è effettivamente uno dei maggiori obiettivi, e di mantenere la retta gratuita per un mese nelle Rsa e nelle Cra, sospesa dal 1° novembre perché “ci si accedeva solo sulla base delle caratteristiche assistenziali e allo stato di non autosufficienza della persona, senza alcuna iniziale valutazione dello stato socio-economico della persona” ammette Natalini.

Occorrerà quindi un tavolo tecnico per “l’individuazione dei criteri per l’accesso al servizio” chiosa la direttrice sanitaria dell’Azienda Usl, che tuttavia non può nascondere la propria soddisfazione per quello che lei definisce un grosso successo, cioè “aver spinto i fondi residui su progetti consolidati, per i quali abbiamo registrato un aumento di utilizzo”.

“Il Comune di Ferrara mette anche 1 milione di euro per integrare le rette di persone anziane in strutture, e 1 milione e 450mila euro per l’integrazione di rette per le persone afflitte da disabilità” rivela Sapigni. In sintesi, il “credere in questi strumenti per l’assistenza alle persone non autosufficienti è confermata da importi sostanziosi”. 

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