Faccio il sovversivo
15 Ottobre 2018

Berco, dal 15 ottobre “la nuova resistenza”

di Faccio | 2 min

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Berco, Copparo, 15 ottobre 2012: e chi se lo scorda? Come già scrissi, quella fu la svolta storica: il presidio, il picchetto da raccontare ai propri figli e a tutte le generazioni che sarebbero succedute; ricordo alcuni colleghi increduli che volevano entrare al lavoro.

Mai accaduto nulla di simile prima di allora a Copparo.

IEA SEMPAR FAT ACSÌ (avevano sempre fatto così)…

Si alzavano dal letto.
Si lavavano la faccia.
Si vestivano.
Facevano colazione.

Avviavano l’auto o salivano in sella alla loro bicicletta e via verso la Berco che era sempre lì ad aspettarli a portoni aperti. Oppure quando c’era sciopero si prendevano un bel permesso per coprire la giornata, in barba a quelli che si sbattevano e perdevano soldi manifestando il loro dissenso.

Quella volta fu diverso, non avevano capito quello che stava accadendo.

Le loro facce non le dimenticherò mai, come non dimenticherò mai gli amici e colleghi in prima linea davanti ai portoni che non facevano entrare nessuno, senza tra l’altro usare violenza: al tempo di quella iniziativa ricoprivo la carica di presidente Anpi Copparo (associazione nazionale Partigiani d’Italia) mi presentai su quel palco teso ed emozionato; dissi che quel giorno era nata “la nuova resistenza”. Avevo al mio fianco due partigiani che quella guerra di resistenza l’avevano vissuta e partecipata in prima persona.

Il collega amico e scrittore Simone Pavanelli scrisse “Sette di denari” libro avvincente, criticato, osannato e disapprovato che rimarrà per sempre nella mente e nel cuore di chi ha partecipato a quella lotta.

Quando delle persone si organizzano e si ritrovano insieme per difendere certi valori non può mai essere una sconfitta. A distanza di sei anni mi sento ancora di dire che rifarei tutto. Chi dice il contrario non ha capito niente. È così che ci si doveva comportare.

Ricordo che il mio pensiero andava a miei figli e a come avrei potuto guardarli ancora negli occhi, volevo aver fatto tutto quello che ero in grado di fare per difendere il mio posto di lavoro e quello di tanti altri.

Dire ancora oggi che era già tutto scritto e che erano tutti d’accordo non fa altro che distruggere il passato e rappresentare il brutto periodo in cui ci troviamo.

Spero vivamente di non dover più fare battaglie come quella, vorrebbe dire che va tutto abbastanza bene, ma se occorresse sarei pronto a farla di nuovo, perché quella del 15 ottobre davanti a Berco è stata una conquista sociale di donne uomini e bambini che avevano capito l’importanza del momento e si sono raggruppati difendendo i loro diritti e la loro dignità.

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