Sport
9 Dicembre 2017
Storia, tradizioni e curiosità del tifo scaligero, uno dei più goliardici e “inglesi” di tutta la Serie A

Spal-Hellas, la carica dei 600 ‘butei’

di Redazione | 5 min

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Foto dalla pagina Facebook Hellas Verona FC

di Davide Soattin

A distanza di pochi mesi, Spal-Hellas torna ad essere decisiva. Questa volta, per la salvezza. Nonostante l’importanza della partita, però, il settore ospiti non registrerà il tutto esaurito. I veronesi infatti, avversari storici dei supporters biancazzurri, arriveranno a Ferrara in poco più di 600 unità. Un numero inaspettato che supererà di poco i dati relativi alla presenza dei crotonesi e dei sassolesi in Curva Est, per le precedenti sfide di campionato. Per ingannare l’attesa di una domenica da vivere sugli spalti e in campo, viste anche la celebrazioni per i 110 anni del club estense, andiamo a scoprire storia, tradizioni e curiosità del tifo scaligero, uno dei più goliardici e “inglesi” di tutta la Serie A.

STORIA. Sospesa tra storia e leggenda, la passione dei supporters veronesi è riconducibile ai primi anni del secolo scorso quando, cronache cittadine ed aneddoti, raccontano di un amore per la squadra scaligera a partire già dagli anni ’20, periodo in cui spunta il nome di un certo “Tomaci” in grado di farsi notare per estrosità e passione, tratti che saranno distintivi delle “Brigate Gialloblù” cinquant’anni più tardi.

Proprio quest’ultime, fulcro del tifo veronese, vivono una fase embrionale tra il 1968 ed il 1971, anni in cui un gruppo di ragazzi, spinti dal buon rendimento della squadra in campionato, decidono di riunirsi e ritrovarsi dietro lo striscione “I 4 fedelissimi” a cui si aggregheranno con il tempo tutti i tifosi più attivi del “Bentegodi”. A Verona, il tifo della Sud si trasforma così in un vero e proprio fenomeno sociale capace di coinvolgere giovani e vecchi sotto un unico ideale, quello delle “Brigate Gialloblù” fondate ufficialmente il 30 novembre 1971 da Franco Masotti e Massimo Tocco presso il Bar Olimpia di Borgo Venezia.

Studenti e militanti in aree della gioventù studentesca, nonostante i dichiarati intenti apolitici dell’organizzazione, i due si impegnano nel reclutamento di ragazzi tra i quattordici e i vent’anni, fieri e abili portatori dello slogan “Calcio Club Verona Brigate Gialloblù” nelle partite casalinghe. Con il passare degli anni e delle stagioni, il gruppo si ingrandisce sempre di più fino al cruciale 1972, anno in cui sotto la nuova scritta “Ultras” si radunano per diverso tempo, in curva, ragazzi appartenenti ad ambienti di destra insieme ad altre decine e decine di gruppi e sottogruppi tra cui i “Marines Gialloblù”, i “Punk Brigade” e gli “Hellas Army”. Tra i tifosi nasce e cresce l’amore per l’idolo Gianfranco Zigoni, talento naturale in grado di incarnare lo spirito dei veronesi “tuti mati” nonché padre di “Zigo”, bomber biancazzurro ora al Venezia di Inzaghi.

Qualche anno più tardi, sulla scia della violenza negli stadi e l’aumento della matrice politica in molti gruppi ultras, le tifoserie nazionali iniziano ad essere in prima linea sul fronte degli incidenti e dei disordini. E così, tra il 1976 ed il 1977, forti dell’appena nata amicizia con gli hooligans del Chelsea che segna il primo caso di tifo all’inglese in Italia, le “Brigate” scaligere inaugurano il “Ventennio d’oro” rendendosi protagoniste della maggior parte degli episodi di cronaca nera sportiva raccontati il lunedì dai giornali dell’epoca.

Gli anni della lotta violenta dei supporters gialloblù, momentaneamente stigmatizzati dall’entusiasmo della curva veneta per il ritorno in A nella stagione 1981/1982, iniziano seriamente ad infuocare il clima all’interno degli stadi verso la metà degli anni Ottanta quando, un imponente ricambio generazionale e la nascita di nuovi gruppi organizzati più aggressivi, razzisti e politicamente orientati a destra, arrivano addirittura a compromettere i loro rapporti con la dirigenza del club.

Significativi gli scontri di Brescia nel 1986 a cui la società, con il presidente Chiampan in testa, rispose appoggiando il lavoro della Procura di Verona per le indagini nei confronti di dodici ultras, appartenenti alla frangia più estrema delle “Brigate”, ritenuti colpevoli degli incidenti e dei raid alle tifoserie avversarie. Per la prima volta in Italia, un tifoso venne accostato alla figura di un vero e proprio criminale. Dal punto di vista sportivo, oltre al primo scudetto storico del 1985, gli anni dei disordini e quelli successivi non rappresentano un successo per l’Hellas che, nella stagione 1989/1990, retrocede in B mettendo fine all’era dell’ex spallino Osvaldo Bagnoli.

La permanenza nel campionato cadetto dei veneti però è destinata a durare poco e il ritorno in A, l’anno seguente, coincide con nuovi tafferugli e diffide. A tal proposito, il 14 dicembre 1991 le “Brigate Gialloblù” annunciano l’autoscioglimento in accordo con tutti i gruppi presenti nella Sud, lasciando vuote a pochi giorni dal loro ventennale le ringhiere della curva, a causa di un dopopartita tumultuoso con i tifosi del Milan in Coppa Italia. Il look della curva dopo il loro addio cambia, ma non l’ ideologia che continua a colorare il settore con bandiere e sciarpe, nonostante gli anni Novanta e Duemila passati alternando prestazioni positive a negative sia sul piano dei risultati (si rischia la C2) che del tifo.

Nel campionato 2010/2011 culminato con il ritorno in B dopo campionati avari di soddisfazioni, a differenza di molte altre tifoserie appartenenti al panorama calcistico italiano, i tifosi dell’Hellas Verona sono i primi a decidere di sottoscrivere la tessera del tifoso e a disertare la manifestazione antitessera organizzata a Roma nel 2009, consapevoli che non si può fare a meno di sostenere la propria squadra in trasferta.

Ad oggi, i gruppi principali presenti nella Sud dello stadio “Bentegodi” sono: “Hellas Army”, “Hellas Fans”, “Mastini Scaligeri”, “Hellas Alcool”, “Ex-B.G.”, “ ‘71” e “Cani blu 1988”.

GEMELLAGGI/AMICIZIE. La tifoseria scaligera è gemellata con Fiorentina, Sampdoria e Triestina. Solo rapporti di amicizia, invece, si hanno nei match con Lazio, Chelsea, Aberdeen, Middlesbrough, Real Madrid, Espanyol.

RIVALITA’. Gli scaligeri hanno forti contrasti con i supporters del Vicenza, Brescia, Napoli, Genoa, Livorno, Bologna, Modena, Atalanta, Cagliari, Roma, Pescara, Catanzaro, Reggina, Salernitana, Milan, Inter, Juventus, Torino, Mantova, Venezia, Palermo, Varese, Spezia, Ascoli, Pisa, Cesena, Ravenna, Spal, Ternana, Perugia, Como, Padova, Reggiana, Frosinone, Bari, Taranto, Cosenza, Foggia, Crotone, Benevento, Avellino e, negli ultimi anni, con quelli del ChievoVerona.

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