Cronaca
6 Novembre 2017
Ancora un duro messaggio di Francesca ed Emanuele. Igor forse insospettito da una chiamata ricevuta dalla questura di Ferrara

Igor. I figli di Verri: «Imprudenza di Ravaglia, ma lui almeno ha chiesto scusa»

di Redazione | 2 min

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«Marco Ravaglia ha commesso una grave imprudenza che ha pagato con tre proiettili in corpo. A suo modo, quando andammo a trovarlo in ospedale, ci chiese scusa. Si sentiva in colpa. Lui lo ha fatto e lo abbiamo apprezzato. Lui». Sono le parole di Francesca ed Emanuele Verri , figli di  Valerio, la guardia ecologica uccisa da Igor nel Mezzano l’8 aprile scorso.

È ancora una volta Facebook il mezzo scelto dai fratelli Verri per far conoscere il proprio pensiero e gridare la propria sete di giustizia, la volontà di individuare chi fu responsabile nel mandare il proprio padre verso la morte, in un’area battuta dal killer Norbert Feher.

«Vorremo essere chiari perché l’ipocrisia non ci appartiene – scrivono Francesca e Emanuele -. Gli esposti che abbiamo fatto sono sotto gli occhi di tutti.  La “zona rossa” doveva essere chiusa ben prima che fosse ammazzato nostro padre. Il servizio doveva essere interrotto in quei giorni senza attendere una nuova tragedia».

«Sappiamo bene che i veri responsabili di questo disastro difficilmente pagheranno», prosegue il messaggio. «Quelli che non hanno chiesto scusa e dimostrano di essere indifferenti a quanto è accaduto».

Chiaro in quest’ultimo passaggio – anche se non esplicitato – il riferimento al colonnello Andrea Desideri, già bersaglio nei giorni scorsi di una missiva durissima, in cui i figli di Verri chiedevano le scuse dell’ufficiale, dopo che l’Arma aveva diffuso un comunicato in cui informava di aver correttamente condiviso con le autorità preposte le informazioni su Igor durante le indagini.

Nel frattempo, secondo il quotidiano La Repubblica, Norbert Feher sarebbe sparito subito dopo una chiamata ricevuta sul proprio telefono cellulare da parte della questura di Ferrara. Il fatto sarebbe emerso dall’analisi dei tabulati telefonici fatta effettuare dalla procura di Bologna che indaga per gli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri. La chiamata sarebbe stata effettuata nel 2015, quando gli inquirenti sospettavano di lui come probabile coautore delle violente rapine commesse insieme alla ‘vecchia’ banda, composta da Ivan Pajdek e Patrik Ruszo, condannati la settimana scorsa per quei fatti (di pochissimo antecedenti l’assassinio di Pier Luigi Tartari) a 15 e 14 anni di carcere e per i quali anche Feher verrà giudicato – anche se latitante – nel processo che avrà inizio il 13 dicembre.

La chiamata sarebbe durata pochi secondi e potrebbe aver fatto insospettire il killer che, da allora, fece perdere le proprie tracce non contattando più gli ex compagni.

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