Cronaca
27 Ottobre 2017
Svolta inaspettata in udienza, il giudice restituisce gli atti alla procura affinché approfondisca l'indagine

A processo per una rapina alla Carife, ma un’altra banda si autoaccusa del colpo

di Daniele Oppo | 2 min

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Una svolta decisamente inaspettata nel procedimento per la maxi rapina compiuta nell’ottobre 2015 alla fiale Carife di via Comacchio.

L’avvocato Carlo Bergamasco, difensore di uno dei due imputati – Hoxhaj Rian, 31 anni,  residente ad Ostiglia; il secondo alla sbarra è Ajazi Anri, 29, detenuto nel carcere di Mantova per altri fatti, difeso dagli avvocati Sola di Modena e Dal Ben di Verona – ha richiesto l’acquisizione delle immagini contenute in un verbale dei carabinieri, trasmesso dalla procura di Venezia, in cui una banda composta da soggetti veneti e siciliani si autoaccusa di quella rapina e di un’altra compiuta a Copparo.

Non solo, finalmente c’è stata la possibilità di visionare le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza della banca (la precedente udienza era saltata perché il Dvd che le conteneva era rovinato), le stesse che hanno portato alla cattura dei due imputati da parte della polizia ma che, secondo la difesa, mostrano volti non proprio coincidenti con quelli dei suoi assistiti.

Elementi che hanno portato il giudice Piera Tassoni a disporre la restituzione degli atti al pubblico ministero affinché nel termine di 6 mesi proceda a un approfondimento delle indagini.

Il colpo era stato messo a segno da una banda composta da 4 o 5 persone che riuscì a portare  via un bottino da 130mila euro dopo aver tenuto in ostaggio cinque persone, tra dipendenti e clienti, per oltre un’ora, in attesa che scattasse l’apertura a tempo della cassaforte.

A maggio si ritorna davanti al giudice.

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