Attualità
6 Settembre 2017
L'annuncio del ministro ferrarese Franceschini a Roma. Da dicembre la mostra “Ebrei, una storia italiana: i primi mille anni”

Il grande passo del Meis: “È pronto per l’apertura“

di Redazione | 6 min

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“Il Meis è pronto all’apertura. È un passo in avanti decisivo e importante e non poteva esserci occasione migliore per presentarlo”. Il ministro Dario Franceschini ha incorniciato così la conferenza stampa che martedì, a Roma, nel Salone della Crociera del Mibact, ha saldato una volta di più il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah e l’Ucei.

Le due istituzioni hanno presentato rispettivamente l’apertura del nuovo percorso espositivo e di una identità visiva inedita, e la diciottesima edizione della “Giornata Europea della Cultura Ebraica”, dedicata quest’anno al tema: “Diaspora – Identità e dialogo”.

Sono legato personalmente al percorso del Meis – ha proseguito Franceschini –, perché ero all’inizio della mia esperienza parlamentare quando, nel 2003, riuscimmo a far approvare la legge istitutiva del Museo. E fu un rarissimo caso di voto unanime. Poi dall’idea, dalla nascita della fondazione, dalla ricerca dei finanziamenti siamo arrivati ad avere oggi il quadro completo dal punto di vista della governance ed è stato trovato un equilibrio positivo con le altre iniziative culturali che esistono da tempo o che sono in fase di costruzione”.

E l’oggetto del Meis, come è scritto nel suo nome, “è proprio quello di raccontare la lunga e fondamentale storia dell’ebraismo italiano, nei momenti buoni e in quelli terribili – ricorda il ministro ferrarese -. Questa è la missione del museo e si incrocerà sempre di più con le future Giornate Europee della Cultura Ebraica, con le attività dei musei ebraici, delle sinagoghe, delle fondazioni diffuse in tutto il Paese e che lavorano per la conservazione del patrimonio culturale ebraico. Senza dimenticare l’enorme impatto che avrà sul turismo scolastico, attraverso il dialogo che si è instaurato tra Meis e Miur”.

Il racconto cui ha fatto riferimento il ministro Franceschini è stato precisato dal presidente del Meis, Dario Disegni: “La diaspora più antica del popolo ebraico è quella installatasi nel nostro Paese duemiladuecento anni orsono, la cui storia, cultura e interazione, tra luci e ombre, con la storia e la cultura dell’Italia, con apporti di tradizioni e di saperi di grandissima originalità e importanza, sarà al centro della narrazione del museo”.

“Dopo una prima fase di elaborazione culturale e programmatica, dallo scorso anno, con l’insediamento del nuovo CdA e la nomina del nuovo direttore, Simonetta Della Seta, siamo entrati in una fase realizzativa, con un rapido avanzamento del cantiere, consentito dal completamento della copertura economica da parte del Mibact – annuncia ancora Disegni -. Tra pochi giorni verrà consegnato al Meis, al termine del primo lotto dei lavori, l’edificio completamente ristrutturato dell’ex-carcere di Ferrara, che si appresta a ospitare la mostra inaugurale, assumendo in tal modo, da luogo di segregazione e di esclusione, il suo nuovo ruolo di centro vivo di cultura, di dialogo e di inclusione”.

Questo complesso cantiere di lavoro proseguirà, a partire dai primi mesi del 2018 e fino a tutto il 2020, con la costruzione dei cinque nuovi edifici previsti dal progetto vincitore del concorso internazionale di architettura bandito negli scorsi anni. Ma intanto la disponibilità del nuovo spazio, e dell’annesso padiglione temporaneo, permetterà l’apertura del museo, fissata per il 13 dicembre con la mostra “Ebrei, una storia italiana: i primi mille anni”, cui stanno contribuendo insigni curatori (Anna Foa, Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla), studiosi dell’ebraismo italiani e stranieri, progettisti ed esperti di comunicazione museale.

“Non si tratterà – ha chiarito Disegni – di una semplice esposizione temporanea, bensì di una mostra di prefigurazione del museo, di cui rappresenterà la prima grande sezione, con la rappresentazione di contesti temporali, spaziali, sociali, culturali, attraverso oggetti autentici o riproduzioni, testi scritti, immagini fisse o in movimento, capaci di comunicare ai visitatori l’interpretazione dei primi mille anni della storia degli Ebrei in Italia”.

L’obiettivo strategico che, a partire dalla mostra inaugurale, il Meis si è posto è quello di dare vita a un centro di cultura, di dibattito e di confronto, un laboratorio di idee e riflessioni sull’ebraismo, dal suo lontano passato al suo futuro in Italia, ma anche, più in generale, sul ruolo delle diverse minoranze e sulla convivenza e il dialogo tra le molteplici componenti del mosaico rappresentato dalla nostra società.

“L’esperienza dell’ebraismo in Italia – le parole di Disegni – costituisce un modello assolutamente originale di integrazione e, al tempo stesso, di mantenimento e sviluppo di una propria identità religiosa e culturale. Farla conoscere, nel momento in cui l’Italia e l’Europa sono chiamate ad affrontare le drammatiche sfide poste dagli epocali fenomeni migratori e dall’accoglienza, è uno dei principali contributi che il nascente Museo intende offrire alla società del nostro Paese”.

E per comunicare questi obiettivi, il museo ha ritenuto di doversi equipaggiare di un’identità visiva e di un’immagine completamente rinnovate, che sono state lanciate in conferenza stampa. Il nuovo logo del Meis, realizzato dall’agenzia Teikna Design di Claudia Neri di Milano, è un’immagine aperta, in cui le lettere dell’acronimo del nome del museo sono rappresentate da rettangoli dal contenuto variabile, pensati per raccogliere e trasmettere messaggi ogni volta differenti.

Una metafora dell’ebraismo come sistema culturale ed esistenziale in continuo divenire, che incessantemente si interroga e guarda avanti, proprio come suggerisce l’ultima lettera del logo: mentre i caratteri che la precedono rimandano a un’idea di saldo ancoraggio alle radici ultra millenarie, la “S” finale sembra volersi disallineare dalla loro compatta geometria e andare oltre, in avanti. Dunque, non un marchio ingessato in una forma immutabile, ma un logo dal design identitario e fusionale, capace di dare voce a un racconto di volta in volta diverso, a seconda del tema che il Meis vorrà promuovere, e soprattutto alle tante facce dell’ebraismo.

E al ruolo che il Meis si appresta a rivestire ha fatto riferimento la presidente dell’Ucei, Noemi Di Segni: “La Giornata Europea della Cultura Ebraica, che in Italia si terrà il 10 settembre, punta a contrastare antisemitismo, razzismo, vecchi e nuovi stereotipi con lo strumento più importante che abbiamo, ovvero la cultura. È importante far conoscere il patrimonio culturale ebraico diffuso nella nostra penisola: ventidue secoli di storia vissuta e ininterrotta dall’epoca romana, con tracce monumentali, storiche, archeologiche, negli archivi, nella lingua, nella cucina, nelle tradizioni di moltissimi luoghi in Italia. C’è una forte curiosità nella società per la cultura ebraica e lo dimostra il successo di iniziative come questa e l’interesse e la grande aspettativa che c’è intorno alla nascita del Meis, che diverrà un importante punto di riferimento per chiunque si occupi di cultura ebraica in Italia”.

La regione capofila dell’edizione di quest’anno della Giornata, che si terrà in oltre ottanta località, è la Sicilia, rappresentata in conferenza stampa dal sindaco di Catania, Enzo Bianco: “Abbiamo una storia ebraica di grande interesse, interrottasi per secoli in modo drammatico, ma che oggi vede dei germogli di rinascita. E vogliamo contribuire a farli rifiorire attraverso la fitta rete di eventi previsti per il 10 settembre non solo a Catania, ma anche a Palermo, Agira, Camarina e Siracusa”.

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