Cento
6 Settembre 2017
Il brigadiere Daniele Sabino tenta di ribaltare la condanna per aver violato il domicilio dell'allora 23enne Edoardo Tura

Entro dicembre la sentenza d’appello per il carabiniere

di Daniele Oppo | 2 min

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Renazzo. Mancano ancora due testimoni per poter dare il via alla discussione nel processo d’appello per la condanna per violazione di domicilio subita nel 2011 dal brigadiere Daniele Sabino.

La vicenda risale al 23 gennaio 2010: l’allora 23enne Edoardo Tura, oggi parte civile nel processo d’appello, venne fermato per un semplice controllo. Alle 4 di mattina il giovane sarebbe stato fermato da una pattuglia dell’Arma. Il ragazzo, a quell’ora, si trovava in macchina con alcuni amici e l’auto venne controllata dai carabinieri nei pressi di un forno a Renazzo. Al conducente venne fatto l’alcoltest, negativo. Tura scese e si avviò a prendere la propria auto per andare a casa, poco distante. Arrivato a destinazione, parcheggiata l’auto nel cortile, Sabino gli avrebbe puntato contro una pistola e gridando al suo indirizzo “dov’è la cocaina?”. Secondo la versione del militare invece, Tura non si sarebbe fermato all’alt, compiendo manovre ritenute sospette e per questo sarebbe stato inseguito fino a casa.

A questo punto sarebbero seguiti attimi concitati che sarebbero sfociati con la resistenza e le lesioni a pubblico ufficiale da parte del giovane (accuse da cui è stato assolto in un processo parallelo, ormai in via definitiva). Una volta bloccato, però, il carabiniere l’avrebbe colpito – stando al racconto del 23enne – alla testa con il calcio della pistola. In primo grado il militare venne condannato per l’invasione della proprietà privata, ma non per le lesioni: Sabino, secondo il giudice, agì per legittima difesa in un contesto in cui anch’egli venne ferito.

La difesa di Sabino – rappresentata dall’avvocato Bova – aveva proposto subito appello e nella scorsa udienza davanti alla corte felsinea si è scoperto che anche la procura ferrarese ha fatto la stessa cosa, nonostante in primo grado abbia chiesto per il militare la completa assoluzione da ogni accusa. Nell’udienza di martedì sono stati sentiti i genitori del giovane e lo stesso Tura in qualità di testimoni: la corte ha infatti acquisito l’intero fascicolo insieme alla sentenza di assoluzione di Tura e deciso di riascoltare i testimoni chiave.

L’udienza è stata aggiornata a novembre per concludere con l’escussione dei testimoni e dare via alla discussione. La sentenza è attesa entro l’anno, a dicembre scatta infatti la prescrizione.

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