Dovranno risarcire il Ministero dell’Interno con 12mila euro a testa i due poliziotti condannati nell’ambito del processo Aldrovandi bis, costola del processo madre che doveva accertare favoreggiamenti e depistaggi nell’ambito delle indagini sull’omicidio colposo del diciottenne.

La Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna ha sciolto la riserva dopo l’udienza di comparizione dello scorso dicembre, quando al procura contabile chiese 77.250 euro complessivi per Marcello Bulgarelli, allora addetto alla centrale del 113, e Marco Pirani, ispettore di polizia giudiziaria all’epoca dei fatti in servizio alla Procura di Ferrara.

Il primo era stato condannato a 10 mesi (poi assolto per prescrizione in Cassazione) per rifiuto di atti di ufficio e favoreggiamento, il secondo a 8mesi per omissione di atti di ufficio.

La richiesta della procura derivava dalla transazione tra ministero e famiglia, sottoscritta il 9 agosto 2010, che prevedeva il pagamento di 1.948.184,95 euro alle parti civili. Il Viminale si era attivato in seguito per la rivalsa sui quattro agenti delle volanti condannati per omicidio colposo nella misura di 1.870.934,95 e per 77.250 euro per i due poliziotti condannati nell’Aldrovandi bis.

Ora, così come lo sconto deciso per i condannati nel processo madre (importi dai 16mila a 67mila euro), anche Bulgarelli e Pirani ottengono una sentenza più favorevole rispetto a quanto chiesto dall’accusa.

La Corte ha infatti fissato in 24mila euro, 12mila a testa, la somma che dovrà essere pagata allo Stato.