Politica
14 Gennaio 2017
Lettera aperta della consigliera comunale grillina al ministro Padoan e alla commissione Finanze di Camera e Senato

Le proposte della Morghen (M5S) contro le crisi bancarie

di Redazione | 3 min

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Ilaria Morghen

Le crisi bancarie, Carife compresa, e l’alto numero di immobili all’asta come spie rosse della crisi economia del Paese che colpisce ancora più forte a Ferrara e che necessita di una risposta.

Parte da qui Ilaria Morghen – consigliera comunale del M5S – nella sua lettera aperta al al ministro dell’Economia Padoan e alla commissione Finanze di Camera e Senato, in cui analizza l’economia italiana e propone delle soluzioni. “La necessità di porre un freno alla sofferenza economica dei nostri cittadini – scrive la Morghen – richiede uno sforzo serio e cumulativo, una presa in carico per soluzioni che siano radicali ed immediate. Stanchi dei dibattiti che si susseguono da anni in merito e che hanno solo fatto da corredo ad un disastro annunciato. Soprattutto i rappresentanti politici dei territori, che raccolgono prima di ogni altro le istanze dei cittadini e che ne condividono le difficoltà quotidiane, sono tenuti a presentare delle proposte concrete e ad essere ascoltati”.

E allora ecco cosa propone la consigliera pentastellata, seguendo quelli che definisce “tre assiomi politico/economici inderogabili”: la centralità del consumatore, il ruolo delle banche come mediatrici del risparmio e la necessaria divisione tra banche di sistema e banche d’affari e, infine, la tutela degli organi di controllo.

Il consumatore. Sul primo punto, quello della centralità del consumatore nelle più avanzate economie liberali, dopo aver riportato gli esempi di altri Paesi, come quelli scandinavi e gli Usa, la Morghen afferma che in Italia, dove lo strumento della class action è debole,  “si rende quindi necessario promuovere la costituzione di un organo neutrale, dotato di poteri d’intervento e sanzionatori afflittivi, il quale su iniziativa anche del singolo cittadino, in autonomia, ritenendola coerente, promuove l’azione di “class action” nella tutela di tutti i consumatori interessati, invertendo l’accesso al diritto risarcitorio, e cioè escludendo solo coloro che esplicitamente rinunciano”.

Il secondo “assioma”, quello delle banche e unito al terzo, quello dei controlli e la Morghen chiede una riforma del sistema creditizio che sani quella che viene definita una “incoerenza”, ovvero la mancata distinzione tra banche di sistema e banche d’affari, vista come “la principale ragione del default sistemico che ha aggredito gli istituti di credito, aggravata da un modello istituzionale dei controlli tanto deficitario quanto improprio, sin dal suo vertice e cioè Banca d’Italia”. Proprio per Bankitalia e gli altri organismi di controllo, viene chiesto di “estendere la Legge Severino sull’incandidabilità ed ineleggibilità anche ai Governatori, Direttori Generali e Vice Direttori di Banca d’Italia, per un periodo di 5 anni dalla cessazione dell’incarico, e per scongiurare future promesse di ruoli remunerativi, anche inibendo per egual periodo l’assunzione di incarichi quali Consiglieri di Amministrazione, Direttori Generali e ruoli di controllo nelle società pubbliche e/o partecipate”. Questo, in sostanza, per evitare sgradevoli e pericolose commistioni con la politica.

Ancora, sempre sul punto, ma guardando più specificamente al credito, la Morghen chiede di frenare il sistema del prestito cooperativo, che per dimensioni “nel concreto” è “una delle principali Banche Italiane, ma priva dei controlli e delle garanzie richieste ad un normale istituto di credito autorizzato”.  Infine, si parla di “colpevole erogazione del credito”, per risolvere la quale il principio ispiratore è quello francese: “Nell’ipotesi di concessione del credito in assenza dei relativi presupposti, viene affermata la responsabilità del banchiere nei confronti del cliente, dei creditori (in primis i depositanti) e delle altre Banche, di conseguenza è necessaria una norma di legge che riconosca la responsabilità personale e patrimoniale dei Consiglieri di amministrazione, dei dirigenti, che hanno concesso il finanziamento, attivata d’ufficio dall’organo ministeriale preposto, (ecco perché i paesi scandinavi hanno istituito il ministero specifico o gli USA delegano tale controllo indiretto alle “class action” promosse a tutela dei consumatori) e non lasciato all’iniziativa dei soci dell’istituto attraverso lo strumento inutile ed inutilizzato dell’azione di responsabilità causa della durata ingiustificata ed ingiustificabile dei processi civili”.

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