E' arrivata la rivendicazione ufficiale della paternità dell'opera "misteriosa" comparsa nella fontana di piazza della Repubblica a Ferrara. Le due mani che emergono dall'acqua sorreggendo un cuore sono opera dell'artista Hxoro
Il sindaco di Ferrara Alan Fabbri e il prefetto Massimo Marchesiello, hanno voluto incontrare il giovane carabiniere, omaggiandolo con una targa di riconoscimento a nome della città per il suo pronto intervento
La polemica sul caso 'imam' di Portomaggiore è esplosa in un vero e proprio botta e risposta tra il senatore Alberto Balboni (FdI) e il sindaco Dario Bernardi
Associazione a delinquere di carattere transnazionale finalizzata alla frode in commercio e autoriciclaggio: sono le accuse rivolte a una decina di indagati che avrebbero importato ingenti quantità di vongole dal Portogallo per poi farle arrivare in Italia e commercializzarle nel mercato italiano come se fossero un prodotto autoctono
Da destra: Fabio Anselmo, Ilaria Cucchi e Andrea Orlando (foto dalla pagina Facebook di Change.org)
“In Europa, patria dello stato di diritto, vedo un clima nel quale c’è un rischio di regressione, nel quale potrebbe passare ragionamento per cui si dica che in nome di una maggiore sicurezza siamo disposti a rinunciare a un po’ di libertà. Questo è un rischio grossissimo e questo paese ha sostanzialmente lo ha già evitato nella stagione del terrorismo precedente. Il terrorismo lo abbiamo sconfitto nei tribunali. Rinnovare questo patrimonio è anche un modo per evitare che ci siano forme di involuzione culturale, politica e istituzionale. Mi auguro poter dare una risposta in tempi rapidi con l’approvazione del reato di tortura”. Così il ministro Andrea Orlando ha risposto a Fabio Anselmo e Ilaria Cucchi dal suo ufficio di via Arenula a Roma.
Il ministro di grazia e giustizia ha incontrato l’avvocato ferrarese e la sua assistita per ricevere le 223mila firme della petizione per l’introduzione in Italia del reato di tortura. Un incontro che è stato trasmesso in diretta facebook dalla piattaforma Change.org, che ha lanciato al petizione on line.
“Credo che il nostro paese abbia bisogno di una legge come quella che chiediamo – esordisce Anselmo -; sta passando un concetto, dichiarato non solo dai sindacati, che questa legge legherebbe le mani alle forze dell’ordine stesse, impedendo loro di garantire la sicurezza ai cittadini. È un messaggio assolutamente sbagliato, perché la sicurezza parte proprio dal rispetto della vita umana. Le chiediamo di farsi carico di correggere questo messaggio. Questa è una legge che restituisce dignità a un paese e anche alle stesse forze dell’ordine. È una legge per le forze dell’ordine e per i cittadini”.
Orlando ha specificato come “è sempre stata nostra cura e lo sarà fino ad approvazione definitiva”, la ricerca di “un testo equilibrato che non esponga le forze dell’ordine a una sorta di pregiudizio e il nostro impegno è finalizzato a mettere in evidenza che la stragrande maggioranza di appartenenti alle forze dell’ordine non abbiano assolutamente nessun rischio da temere dall’introduzione da tale normativa”.
Da qui la promessa: “siamo stati e ci faremo parte attiva affinché questo percorso arrivi a buon fine. Ci aiuta anche la constatazione che altre sfide sono state realizzate, come quella sulle unioni civili e l’introduzione del reato di depistaggio, tutti temi che arricchiscono il nostro ordinamento e che consentono di costruire una più forte difesa dei diritti e delle garanzie”.
È toccato quindi alla Cucchi ricordare che suo fratello, Stefano, “è diventato un simbolo, e la battaglia che portiamo avanti in nome suo è diventata a sua volta un simbolo in cui le persone che non hanno voce si riconoscono. La dimostrazione è questa infinità di firme raccolte in pochissimo tempo. Quello che porto oggi non è solo la nostra voce ma la voce di tanti altri che vogliono credere nelle istituzioni come ci crediamo noi, altrimenti non saremmo qui e non andremmo avanti. A nome di tutte queste persone mi sento di dire che questo è solo l’inizio e che tutti insieme riusciremo a raggiungere un risultato che ha lo scopo principale di far sentire alle persone che ancora può contare qualcosa il valore della vita umana”.
Una spinta, uno sprone che il guardasigilli considera “molto importante”, ma allo stesso tempo ricorda che in Italia “non partiamo dall’anno zero: nel corso di questi ultimi 30 o 30 anni si è affermata una cultura delle garanzie, sono stati fatti passi importantissimi. Un tempo le persone più deboli non avevano nessuna forma di tutela di fronte alla potenza dello Stato”.
Eppure sono trent’anni che l’Onu ci chiede di prevedere quel reato. E la corte Europea ci ha già condannato per i fatti della Diaz. “Il problema – aggiunge Anselmo – è che non potrà mai essere una legge contro le forze dell’ordine in quanto è proprio una garanzia per loro. Purtroppo viene percepita attraverso una dialettica di comunicazione distorta. Nessuna riforma economica, finanziaria o sanitaria può prescindere dalla prima pietra di partenza, cioè il rispetto dei diritti umani. Se li consideriamo sacrificabili in nome di un interesse superiore qualsiasi riforma è destinata a cadere”.
“Sono così convinto che non debba essere concepito come uno strumento contro le forze dell’ordine – replica Orlando – che, nei limiti del possibile e della ragionevolezza, abbiamo cercato anche di tener conto di alcune delle obiezioni delle loro rappresentanze, perché una fattispecie configurata male può creare anche le condizioni per una limitazione dell’attività di polizia. Si tratta di una attenzione che abbiamo sempre avuto e che vogliamo mantenere”. Quanto al ritardo lamentato nell’approvazione della fattispecie giuridica, “non ha aiutato – ammette Orlando – il fatto che questa richiesta si sia accompagnata a volte nel dibattito pubblico a posizioni che hanno teso a demonizzare un po’ le forze dell’ordine e a fare generalizzazioni pericolose. Questo strumento si aggiunge comunque a un armamentario dal punto di vista penale che sanziona gli arbitri. La stragrande maggioranza dei reati, anche nell’esercizio di pubblici poteri, è sanzionata sulla base di reati già previsti. Non bisogna trasmettere all’opinione pubblica l’idea che siccome non c’è il reato di tortura ognuno può fare quello che vuole”.
Reato di Tortura, Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo dal ministro Orlando (fonte: Change.org)
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