Nessuna manipolazione del sangue ma semplicemente due flebo con ossigeno. Così Alberto Lugli, medico dello sport ed ex medico sociale della Spal e della Carife Volley si è difeso dalle accuse durante il processo che lo vede imputato per doping.
Giovedì pomeriggio, davanti al giudice Debora Landolfi, l’udienza è stata dedicata proprio all’esame dell’imputato, con Lugli che ha risposto alle domande del pubblico ministero e del suo avvocato difensore, Gisella Rossi, raccontando la sua verità sullo scoop del mensile ‘Cycling Prò’, pubblicato tra 2009 e 2010, sulle presunte pratiche scorrette che sono già costate a Lugli una squalifica per 6 anni da parte del Tribunale nazionale antidoping del Coni e 5mila euro di multa.
Lugli ha anche citato a supporto la sentenza favorevole a un altro medico, il dottor Lazzari, ottenuta dal tribunale di Losanna per una pratica simile dove ci fu una manipolazione del sangue.
La fase di discussione è stata rinviata a giugno, quando dovrebbe arrivare anche la sentenza.
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