Cronaca
7 Gennaio 2016
La Corte dei Conti d’appello concede un indulto: pene dai 16mila ai 67mila euro

Aldrovandi, gli agenti pagheranno cifre minime

di Marco Zavagli | 3 min

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aldrtoI poliziotti condannati per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi dovranno risarcire cifre dai 16mila ai 67mila euro. È il verdetto finale che esce dall’aula della seconda sezione d’appello della Corte dei Conti.

La decisione della magistratura contabile di Roma riduce ulteriormente la pena pecuniaria decisa dalla Corte dei Conti di Bologna.

Inizialmente, nel luglio del 2013, la procura presso la Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna aveva chiesto una rivalsa pari all’intera somma pagata dal Viminale alle parti civili dopo il processo di primo grado “a titolo di danno erariale e danno di immagine”. In sostanza 467.000 euro a testa. In luglio era scattato il sequestro conservativo dei beni dei poliziotti (e revocato l’atto con cui uno degli agenti, Luca Pollastri, aveva venduto un appartamento ai suoi genitori sottraendo così un cespite patrimoniale alle pretese risarcitorie del ministero).

Nel marzo scorso arriva la sentenza di primo grado. I quattro agenti vengono condannati a risarcire lo Stato, ma solo di un terzo (il 30% per l’esattezza) di quei 1.870.000 euro chiesti dall’accusa. E così, anziché 467.000 euro a testa, Enzo Pontani e Luca Pollastri, l’equipaggio di Alfa 3, il primo a intervenire in via Ippodromo e quindi il primo a ingaggiare la violenta colluttazione con il diciottenne, venivano chiamati a risarcire 224.512,18 euro ciascuno. Monica Segatto e Paolo Forlani, l’equipaggio della seconda volante Alfa 2, giunta successivamente sul posto, erano chiamati invece a pagare 56.128,05 euro ciascuno.

La riduzione della somma di rivalsa (561.280,47 euro in totale, ripartiti nella misura dell’80% tra Pollastri e Pontani e il restante 20% tra Segatto e Forlani) arrivava in seguito all’accoglimento di alcune circostanze “attenuanti”, sia dal punto di vista oggettivo (l’inadeguata organizzazione del servizio imputabile all’amministrazione del Ministero), sia soggettivo (gli ottimi precedenti di carriera, la forte tensione emotiva, il contesto operativo foriero di forte stress).

Ora la somma risarcitoria viene ulteriormente falcidiata. Il risarcimento viene ridotto a 150mila euro complessivi, spartiti in 67mila a testa per Pontani e Pollastri e 16mila per Segatto e Forlani.

L’ulteriore riduzione segue a un indulto (già in sede penale gli agenti ne approfittarono, vedendosi ridotta a sei mesi la pena di tre anni e mezzo di reclusione) inserito in una norma abrogata dieci anni fa. A rintracciarla nei meandri della giustizia amministrativa italiana è stato l’avvocato Eugenio Pini: “tale norma – spiega – prevedeva che tutti i fatti che avevano provocato consequenzialmente un danno erariale antecedente al 31 dicembre 2005 potevano essere in appello oggetto di condono con un risarcimento che poteva andare dal 10 al 20% del totale o in casi eccezionali arrivare fino al 30% (il caso degli agenti, ndr)”.

La Corte dei Conti ha accolto quanto richiesto dal legale, anche perché il fatto (la morte di Federico) da cui è partito il processo penale e quindi quello contabile, è avvenuto nel settembre del 2005, quando quella norma era ancora vigente. Le uniche condizioni imposte dal condono erano che la condotta che ha arrecato il danno non fosse dolosa (e nel caso Aldrovandi si parla di omicidio colposo) e che non ci fosse stato un illecito arricchimento.

Una decisione solo tecnica, quindi, che non entra assolutamente nel merito della condotta dei quattro poliziotti.

“Non posso dirmi che assolutamente soddisfatto – commenta Pini -. Mi auguro che questa sentenza serva da monito per tutte le istituzioni impegnate nella sicurezza, affinché adeguino la preparazione dei propri dipendenti alle esigenze del servizio”.

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