Politica
24 Aprile 2014
L'eurodeputata forzista dovrà affrontare il processo per la diffamazione in diretta tv contro l'ex sindaco Soffritti

Lara Comi, il tribunale rigetta la “euroimmunità”

di Ruggero Veronese | 3 min

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admin-ajax (8)Non è bastato l’appoggio del Parlamento Europeo per scampare Lara Comi al processo che la vede imputata per diffamazione verso l’ex sindaco Roberto Soffritti. Il tribunale di Ferrara ha rigettato la richiesta di immunità avanzata dai difensori dell’eurodeputata di Forza Italia, basata sulla delibera approvata con larga maggioranza dal Parlamento Europeo il 15 gennaio scorso.

La Comi, ricordiamo, è stata querelata dal “Duca Rosso” di Ferrara per le pesanti accuse di cui fu oggetto in diretta tv durante la trasmissione Servizio Pubblico di Michele Santoro, il 24 gennaio 2013. La giovane parlamentare era infatti impegnata in un dibattito alla vigilia delle ultime elezioni politiche con Antonio Ingroia, quando si scagliò contro alcuni dei candidati in lizza per Rivoluzione Civile, il movimento politico guidato dell’ex magistrato. Tra questi anche Soffritti, definito “persona poco limpida”, “con un background di tipo mafioso”, “che ha fatto fallire la Coopcostruttori”, “imputato per questi fatti” e “condannato” (non era nemmeno stato indagato, ndr).

Frasi che, oltre a una valutazione politica, contenevano anche precisi – ed erronei – riferimenti alla fedina penale dell’ex sindaco di Ferrara. Che nonostante le numerose critiche ricevute nei suoi 16 anni di ‘dominio’ ininterrotto sulla città non fu mai protagonista delle vicende giudiziarie riportate dalla Comi, sia per quanto riguarda il “background di tipo mafioso”, sia per quanto riguarda il crac Coopcostruttori, in cui fu coinvolto solo in qualità di testimone. Mentre l’unico avviso di garanzia che ricevette – comunque mai citato dall’eurodeputata – gli fu recapitato nel 1998 per il processo sulle “fogne fantasma”, anche se la sua posizione fu archiviata in fase di indagine.

Il salvagente per la Comi era stato lanciato dalla più inaspettata delle navi: il gruppo dei Verdi nel Parlamento Europeo, la cui deputata Eva Lichtenberger aveva sostenuto “il principio sotteso all’immunità parlamentare è la libertà dei membri di discutere su materie di interesse pubblico senza essere obbligati a modellare le loro opinioni in modo da renderle accettabili o inoffensive per chi le ascolta, senza temere, in caso contrario, di essere citato in giudizio”. Una presa di posizione da cui è scaturita la delibera europea, ma rigettata alla radice come istanza difensiva dal giudice Amore del tribunale di Ferrara, secondo cui il parere del parlamento comunitario non vincola un giudice nazionale nell’applicazione del codice penale. Sarà quindi in sede di processo che verrà vagliata la connessione tra ciò che può essere ritenuto diffamatorio a livello penale e le opinioni espresse in qualità di parlamentare.

Una decisione accolta con soddisfazione dall’avvocato Alessandro D’Agostino dello studio Bova, legale di Soffritti che partecipa al processo come persona offesa. “Il giudizio del tribunale è stato quello che auspicavamo – afferma D’Agostino – e che ci si aspettava. Le nostre controdeduzioni rispetto a ciò che è stato avanzato dalla difesa sono state accolte e ora si potrà procedere con lo svolgimento del processo”. Il procedimento penale si affiancherà ora alla causa sul piano civile, con cui Soffritti richiede alla Comi un corposo risarcimento economico da 750 mila euro.

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