Economia e Lavoro
20 Aprile 2013
Martedì sciopero di 8 ore. La prossima settimana incontro al ministero

Berco, la resa dei conti

di Marco Zavagli | 3 min

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bercoCopparo. Sarà uno sciopero che suonerà come un grido strozzato quello di martedì. Dopo la notizia dell’avvio da parte della proprietà inaudita altera parte della procedura di mobilità per 611 persone (vai all’articolo), le rsu rispondono al braccio di ferro del management con un altro braccio di ferro. Assemblee retribuite di informazione lunedì 22 aprile e otto ore di sciopero martedì, con presidio davanti allo stabilimento di Copparo dalle 5.

Questo è quanto deciso in poco tempo nel pomeriggio di ieri, mentre il piazzale di Via I Maggio – nome che oggi suona quasi irriverente – si riempiva di lavoratori, sgomenti di fronte alla spinta sull’acceleratore da parte dei vertici di ThyssenKrupp. Di fronte all’apertura della procedura di mobilità per 611 persone le rsu fanno notare che l’azienda, “invece di presentarsi al tavolo ministeriale come stabilito e dare risposte esaustive su piano industriale, assetti proprietari a medio lungo termine e utilizzo post 30 aprile di ulteriori ammortizzatori sociali, sceglie cinicamente di fare macelleria sociale”.

Sindacati e rsu in una nota ritengono tutto ciò “inaccettabile e lesivo delle condizioni e della dignità dei lavoratori che hanno ribadito la disponibilità al confronto in tutte le sedi, sia locali che nazionali. Il Gruppo Berco e i suoi dirigenti non hanno nessun rispetto dei lavoratori e delle istituzioni”.

Secondo i sindacati quelli messi in campo da Berco sono “licenziamenti e manovre che anziché al rilancio del gruppo, mirano a ridurne i costi per poter procedere rapidamente alla vendita”.

E allo sciopero di martedì parteciperà anche la Provincia di Ferrara nella persona della sua presidente Marcella Zappaterra, che ha avuto il ‘privilegio’ di esser stata contattata direttamente al cellulare da Lucia Morselli. All’amministratore delegato la presidente ha risposto che “la soluzione della mobilità è semplicemente inaccettabile: che arrivi una notizia di tale portata senza che governo e Regione abbiano la possibilità di confrontarsi con l’azienda è scandaloso. Come si fa di fronte a questo atteggiamento poter pensare di riuscire a tutelare i lavoratori?”.

La risposta se la dà la stessa Zappaterra: “non c’è più un canale di confronto aperto, e se si aprirà sarà dopo la decisione già preso dei 611 esuberi. A questo punto non possiamo che associarsi a ogni iniziativa di mobilitazione che i sindacato decideranno di portare avanti”.

Nel piazzale dello stabilimento di Copparo era presente anche il sindaco Nicola Rossi, che stigmatizza la “prova di forza dei vertici Berco”. Rossi però cerca di buttare acqua sul fuoco, ricordando che “la decisione definitiva verrà presa davanti al ministero a Roma”. Il tavolo presso il Mise sarà fissato per la prossima settimana. Mancano giorno e ora, ma “da non sottovalutare- avverte il sindaco di Copparo – c’è anche il fattore tempo: il 30 aprile scade la cassa integrazione. Che gli esuberi siano 611 o 400 non fa differenza: da domani dobbiamo essere pronti a gestire l’emergenza con gli strumenti che Regione e governo hanno messo a disposizione”. “L’azienda sta facendo il suo mestiere – aggiunge il sindaco ‘pompiere’ -, così come lo sta facendo il sindacato, la sintesi dovrà essere fatta a Roma, sul tavolo del ministero. Solo lì”.

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