Ieri pomeriggio, al termine della discussione del processo di appello dell’ultima propaggine dell’Aldrovandi bis, il procuratore generale ha chiesto l’assoluzione per Paolo Marino perché il fatto non sussiste. La sentenza del processo di secondo grado che vede imputato l’ispettore che all’epoca della morte di Federico, nel settembre 2005, era in forza alla questura di Ferrara quale dirigente dell’ufficio volanti, è stato rinviato dalla Corte a fine ottobre per eventuali repliche.

Repliche che difficilmente avranno luogo, dal momento che sia pubblica accusa sia ovviamente la difesa, sostenuta dall’avvocato Piersilvio Cipolotti, concordano sull’innocenza dell’ufficiale, condannato nel marzo 2010 per omissione per non aver informato dettagliatamente il pm di turno Mariaemanuela Guerra di quanto accaduto in via Ippodromo (per lui si registra anche nel maggio 2011 una condanna a tre mesi con l’interdizione per un anno dai pubblici uffici, sempre per omissione in atti di ufficio, per la mancata trasmissione dei brogliacci della questura relativi all’intervento delle volanti, nei quali comparivano correzioni e cancellazioni fatte a mano).

In corte di appello è stato sentito come ultimo teste l’allora vicequestore Gennaro Sidero, che ha confermato la versione di Marino. Secondo Sidero il dirigente fece almeno un paio di chiamate al pm di turno dicendo che il ragazzo era deceduto e che sul posto doveva ancora arrivare il medico legale. Il video registrato dalla Scientifica in via Ippodromo prodotto in udienza avrebbe poi ulteriormente avvalorato l’esposizione dei fatti sostenuta dalla difesa.

Nella precedenza udienza il medico legale Eleonora Lumare affermò che la Guerra sapeva già della colluttazione, tanto che non rimase stupita quando gliene parlò.