di Giulia Zago

Comacchio. Mai con Pierotti o con il Pd. Non arriva ancora nessun annuncio ufficiale sul comportamento del Centrosinistra in vista del ballottaggio del 20 e 21 maggio, ma dopo la riunione di colazione di mercoledì sera qualche segnale trapela.

I quattro partiti che formano la coalizione, Prc, Pdci, Sel e Idv, prima delle primarie vinte da Fabio Cavallari, avevano firmato un documento congiunto nel quale si dichiaravano indisponibili a future alleanze o apparentamenti al secondo turno elettorale (vai all’articolo).

Quel testo non contemplava però eventuali indicazioni di voto. E di questo Italia dei Valori, Rifondazione, Comunisti italiani e Sinistra ecologia e libertà parleranno nei prossimi giorni. Il più incerto pare essere il Pdci, che ieri sera ha avuto la segreteria provinciale che doveva affrontare la questione Comacchio. Al momento non si conoscono prese di posizione ufficiali, ma fonti interne al partito fanno capire che “dare indicazione di votare Pierotti sarebbe un passo indietro rispetto a quanto detto e fatto in campagna elettorale”.

Non ha dubbi invece Marcello Folegatti di Sel, per il quale “sicuramente il primo scopo sarà quello di andare contro Pierotti e la sua coalizione, una forza di destra appoggiata da imprenditori che vanno contro la salvaguardia delle zone Rta e contro la difesa dell’ospedale San Camillo”. A scanso di equivoci il vendoliano è chiarissimo: “anche se non sono ancora state date disposizioni ufficiali quasi sicuramente verrà lasciata agli elettori o libertà di voto per Fabbri o di astensione”.

Rimane sul diplomatico Massimo Ovani dell’Idv, che ricorda che “come da accordi non ci sarà nessun apparentamento, ma in attesa di un incontro non abbiamo ancora dato indicazioni precise”.

Chiede tempo Fabio Cavallari, che ancora non si sbilancia sulla futura presa di posizione di Rifondazione, anche se la sua segretaria provinciale, Irene Bregola, fa sapere che “staremo ai contenuti dei programmi dei candidati e daremo indicazioni ai nostri elettori di esprimersi sotto questo aspetto”.

Eppure una indicazione, neppure troppo velata, già filtra: “certo Pierotti è la negazione del nostro programma”.